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Un Paese in coda: il San Gottardo e la crisi della mobilità in Svizzera 

auto in colonna
La coda al San Gottardo costa nervi e tempo. SWI swissinfo.ch / Marc Leutenegger

Gli ingorghi davanti alla galleria autostradale del San Gottardo sono il calvario di chi deve attraversare le Alpi svizzere. Da tempo c’è chi chiede l’introduzione di un pedaggio. Ma quanto è grave la situazione? Abbiamo cercato di constatarlo noi stessi.

Un muro rosso di luci dei freni ci blocca la strada. Tra Wassen e Göschenen, per un attimo tutto si ferma. 

Ci fermiamo. Tutto rallenta, solo il battito accelera. 

È il solito ingorgo. 

Una scena ormai abituale al San Gottardo e non solo durante le vacanze. 

In più di 100 giorni all’anno, il traffico si paralizza davanti a questo imbuto tra la Svizzera tedesca e quella italiana, dove le auto e i camion si comprimono in una sola corsia per senso di marcia.

Una situazione che peggiora di anno in anno? 

I numeri confermano la sensazione di chi sta alla guida: secondo l’Ufficio federale delle strade (Ustra), le ore trascorse in coda al San Gottardo sono triplicate tra il 2012 e il 2022, toccando quota 1’800 ore all’anno. 

E i dati più recenti non prefigurano nulla di buono: nel 2024 sono state conteggiate 1’544 ore di coda al portale nord e 1’657 a quello sud. 

Lo stress da densità di cui molte persone si lamentano in Svizzera, al San Gottardo lo si può toccare con mano. 

Tante soluzioni che non lo sono 

Il record? Ventotto chilometri di coda e cinque ore di attesa, registrati nel 1999, quando la via alternativa del San Bernardino fu chiusa per un’alluvione. Il primato è stato eguagliato sette anni fa. Anche in quel caso l’asse del San Bernardino dovette rimanere sbarrato a causa di un autobus in fiamme nella galleria. 

Senza eventi eccezionali, le attese al San Gottardo si aggirano comunque tra le due e le tre ore nei giorni di punta. 

Oggi, oltre sette milioni di veicoli attraversano ogni anno il tunnel. Nel 1981, primo anno completo di attività, erano meno della metà. 

Potrà continuare così? Le proposte per fluidificare il traffico non mancano, ma trovare un consenso politico è un’altra storia.  

Un pedaggio variabile per distribuire meglio il traffico? Penalizzerebbe il Ticino, già svantaggiato. 

Un sistema di prenotazione anticipata? Impraticabile, poiché si dovrebbero costruire aree d’attesa in vallate strette.  

Un trasporto auto su rotaia? Il traffico rischierebbe di aumentare ulteriormente, aggravando il carico che pesa su queste regioni. .

Un pedaggio solo per i turisti? 

Si parla anche di aprire due corsie per senso di marcia quando sarà pronta la seconda galleria del Gottardo.  

Ma in questo caso bisognerebbe modificare la Costituzione, poiché oltre 30 anni fa accettando l’Iniziativa delle Alpi l’elettorato svizzero decise di proteggere la regione alpina dal traffico stradale di transito. Si tratterebbe inoltre di una palese violazione della promessa fatta nel 2016 quando il popolo accettò il raddoppio della galleria del San Gottardo, con l’assicurazione che non ne sarebbe stata aumentata la capacità.  

L’unica proposta che sembra ottenere un certo consenso politico è un pedaggio da applicare ai turisti.  

Ma non è chiaro se una tassa simile sia compatibile con l’accordo sui trasporti terrestri tra Svizzera e UE. 

Oggi, chi circola sulle autostrade svizzere deve solo acquistare il contrassegno di 40 franchi annui.  

In attesa di soluzioni miracolo, per ora al San Gottardo si interviene con misure di gestione: in caso di traffico intenso, si riduce la velocità sull’A2. Quando la coda supera i tre chilometri, gli svincoli in prossimità della galleria vengono chiusi per evitare che il traffico si riversi sulla strada cantonale.  .

Non esiste solo il Gottardo: ci sono anche le strade del San Bernardino, del Sempione (con trasporto auto su rotaia, a pagamento) e del Gran San Bernardo (tunnel a pagamento). A seconda della partenza, della destinazione e del traffico, possono essere più rapide. Con oltre un’ora di coda al Gottardo, conviene deviare via il San Bernardino – anche da Basilea o dalla Svizzera nord-orientale. 

Con code brevi (30-60 minuti), in estate si può optare per la strada del passo. I paesaggi sono spettacolari e con l’afa ci si può godere un attimo di rinfresco in quota. Ma attenzione: bisogna uscire dall’A2 in tempo per evitare la colonna.  

Pianificare in anticipo: evitare le ore di punta è possibile. Il Touring club svizzero (TCS) offre previsioni dettagliateCollegamento esterno sul traffico. I momenti migliori per viaggiare durante le vacanze? Da martedì a giovedì, al mattino presto o in tarda serata. 

Contribuire a evitare gli ingorghi: niente cambi di corsia inutili, niente frenate brusche. Se disponibile, attivare il cruise control adattivo. 

Tre chilometri – li abbiamo già superati? 

L’ingorgo è cresciuto durante il nostro viaggio. Quando ci siamo messi in viaggio, il navigatore indicava dieci minuti di ritardo, poi ha continuato ad aumentare. Ora siamo a 40 minuti. 

Il veicolo con targhe olandesi davanti a noi avanza di qualche metro. 

Una rete sempre più al limite

La Svizzera è un paese di autostrade. 

Sebbene la rete pianificata negli anni Sessanta sia stata ampliata solo marginalmente di recente, e l’ultimo progetto per eliminare i colli di bottiglia sia stato bocciato nel 2024, la Svizzera vanta una delle reti più dense al mondo, in proporzione alla sua superficie. 

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E per quanto concerne la manutenzione i dati parlano chiaro: la Svizzera è un modello. 

Tuttavia, la rete nel suo insieme è sempre più al limite. Nei centri urbani e nelle periferie il sovraccarico è all’ordine del giorno e rappresenta la causa principale degli ingorghi (87%). 

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Il problema sono i momenti critici: nel 2024 il traffico è cresciuto dello 0,7%, ma le ore di coda del 13,9%. Anche piccoli disagi possono mandare in tilt l’intero sistema. 

Danni miliardari 

Nel confronto internazionale, le automobiliste e gli automobilisti svizzeri se la cavano ancora bene. 

Secondo l’Inrix Global Traffic ScorecardCollegamento esterno 2024, Zurigo è al 48° posto tra le città con più tempo perso nel traffico. Basilea è al 129°, Ginevra al 209°. 

Il Traffic Index di TomtomCollegamento esterno, che si basa su criteri diversi, presenta una classifica un po’ differenti.

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Se però immigrazione, traffico del tempo libero e mobilità lavorativa continueranno a crescere, la domanda è inevitabile: la Svizzera rischia il collasso del traffico? 

Il danno economico è già enorme: nel 2019, l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale stimava i costi dei ritardi a oltre 3 miliardi di franchi all’anno – più del costo della nuova galleria del Gottardo.

La speranza della guida autonoma 

Si avanza di nuovo un po’. Dietro di noi, si è accodata un’Alfa Romeo 4C con targhe del Belgio.   

Perché non ha preso la strada del passo? 

Il futuro dell’automobile non avrà più nulla a che vedere con “la meccanica delle emozioni” con cui vengono promosse le berline con il simbolo del biscione. Negli USA e in Cina circolano già i primi robotaxi. Sempre più veicoli hanno il cruise control adattivo (ACC), che permette di regolare automaticamente la velocità dell’auto per mantenere una distanza di sicurezza da quella che la precede, e guidano in modo semi-autonomo. 

Questo cambia tutto. Molti ingorghi nascono per l’effetto fisarmonica: quando un’auto frena bruscamente, costringe anche quelle dietro a frenare. La reazione si propaga come un’onda e si intensifica con ogni nuovo veicolo coinvolto. 

Un rimedio efficace è il limite a 80 km/h, che favorisce una guida fluida. Ancora meglio è il mantenimento automatico della distanza. 

“Basta che il 5-10% dei veicoli sia dotato di sistemi di assistenza alla guida per notare un effetto significativo”, ha dichiarato l’ingegnere Kevin Riehl del Politecnico federale di Zurigo alla Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRFCollegamento esterno

Una mobilità con veicoli autonomi e connessi potrebbe rivoluzionare tutto. 

Ha quindi ancora senso voler ampliare le strade? 

L’olandese che ci precede avanza di nuovo un po’. Mettiamo la freccia e prendiamo la corsia di destra per uscire a Göschenen e tornare indietro. Ne abbiamo abbastanza del traffico.  

villaggio
Göschenen: la vita nell’ultimo villaggio prima del portale del San Gottardo deve adattarsi al traffico estivo. L’accesso e l’uscita dall’autostrada sono quasi ogni giorno difficili. swissinfo.ch / Marc Leutenegger

Articolo a cura di Balz Rigendinger

Traduzione con il supporto dell’IA/mar

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