Perché 15 abitanti su 100 bastano per vincere una votazione?

Bassa partecipazione e stranieri senza diritto di voto: la Svizzera ha 9 milioni di abitanti ma spesso bastano 1,3 milioni di schede per vincere una votazione federale.
I cittadini svizzeri sono stati chiamati alle urne 327 volte dal 1848 a oggi, per esprimersi su un totale di 677 temi. La 328esima volta è imminente. Quando il 28 settembre si deciderà sulla sorte di due oggetti a livello federale, i fautori e i contrari quanti cittadini dovranno convincere per spuntarla? A far pendere la bilancia da una parte o dall’altra potrebbe bastare l’appoggio del 15% della popolazione elvetica. Lo dicono le statistiche degli ultimi anni.
Gli abitanti della Confederazione sono infatti – dal settembre del 2024Collegamento esterno – poco più di 9 milioni. Di questi 5,6 milioni dispongono del diritto di voto. Ebbene, dal 2000 a oggi, 1,82 milioni di voti al massimo sarebbero sempre bastati per vincere. E anche negli ultimi anni, nella metà dei casi, 1,3 milioni sarebbero stati sufficienti. Il 15% della popolazione, per l’appunto. Risalendo più indietro nel tempo, si trovano anche singoli esempi più “estremi”: la soglia della maggioranza scese sotto il milione di voti nel giugno del 2018, addirittura sotto i 700’000 nel maggio del 2006 e nel febbraio del 2003, a fronte in quel momento di circa 4,8 milioni di iscritti in catalogo e di oltre 7 milioni di abitanti.
Se immaginiamo la Svizzera come un villaggio di 100 abitanti, in media solo 28 di questi partecipano alle votazioni federali. Poco più di 32 avrebbero la possibilità di farlo ma rinunciano di fatto a questo loro diritto. Si tratta di un abitante su tre. I restanti 40 non possono esprimersi, perché troppo giovani o perché stranieri, sebbene la metà di questi ultimi viva nella Confederazione da oltre 10 anni.
Riassumendo, a decidere per tutti, di fatto, è di volta in volta una minoranza. Questo essenzialmente per due motivi: l’elevata quota di stranieri fra i residenti permanenti e la bassa partecipazione alle consultazioni.
Dal 1990 a oggi, solo in quattro anni la partecipazione ha superato il 50% dei cittadini svizzeri maggiorenni. La prima nel 1992, l’anno del voto sull’adesione allo Spazio economico europeo: il 78,7% di quel 6 dicembre è ancora il primato in Svizzera, da quando nel 1971 è stato introdotto il suffragio femminileCollegamento esterno. Poi nel 2005 (quell’anno si votò sull’adesione agli accordi di Schengen e Dublino), nel 2014 (con due grandi temi, l’acquisto bocciato dei caccia Gripen e l’iniziativa contro l’immigrazione di massa) e nel 2021, quando in piena pandemia si votò sulla legge Covid-19.
La constatazione precedente viene percepita da qualcuno come un problema per la democrazia e ha certamente stimolato la discussione sul diritto di voto per gli stranieri residenti nella Confederazione. Questo è stato accordato a livello cantonale solamente a Neuchâtel (dopo 5 anni di residenza e disponendo di un permesso permanente)Collegamento esterno e nel Giura (dopo 10 anni in Svizzera di cui almeno uno nel cantoneCollegamento esterno). A livello comunale l’elenco è più lungo.
L’estensione agli stranieri (o, per la precisione, a una parte di essi) ha automaticamente aumentato la quota degli aventi diritto di voto: a Neuchâtel per le votazioni cantonali sono il 78% della popolazione e nel Giura il 79%, a fronte – restiamo in Romandia per un paragone – del 53% di Vaud e del 48% di Ginevra.
Questo senza un grande impatto, però, sulla quota che effettivamente si esprime sui temi in votazione. Se guardiamo alla consultazione del 24 novembre 2024, nel canton Neuchâtel ha votato oltre il 40% degli svizzeri che poteva farlo e solo il 13% degli stranieri.
Torniamo al paragone con un villaggio di 100 abitanti: a Neuchâtel i votanti effettivi sono 28 e nel Giura 26… come nel canton Vaud. A Ginevra meno di 24. E in Ticino e nei Grigioni?
Se prendiamo come campione le votazioni federali e cantonali dello scorso anno, i cittadini che hanno effettivamente detto la loro nell’urna sono pari in entrambi i cantoni al 30% della popolazione. Ne consegue che anche qui convincere il 15% degli abitanti è sufficiente per vincere una votazione popolare. In Ticino, dove gli stranieri sono proporzionalmente più numerosi e i minorenni meno, gli aventi diritto di voto sono il 62,5% degli abitanti, nei Grigioni il 69%.

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