Martin Pfister è il nuovo consigliere federale

Il Parlamento svizzero ha eletto mercoledì il successore della ministra della difesa Viola Amherd. Il consigliere di Stato di Zugo Martin Pfister è stato preferito al consigliere nazionale sangallese e presidente dell’Unione svizzera dei contadini Markus Ritter. Era dal 2007 che un candidato che non siede nel Parlamento federale non era eletto alla più alta carica politica in Svizzera.
“È eletto con 134 voti Martin Pfister”: dopo appena una quarantina di minuti e due turni di votazioni la tradizionale formula con cui è annunciato il o la nuova consigliera federale è riecheggiata nella sala del Consiglio nazionale.
Il membro dell’Esecutivo del Canton Zugo, classe 1963, è stato preferito dai 245 membri dell’Assemblea federaleCollegamento esterno presenti (su 246) all’altro candidato ufficiale del Centro, Markus Ritter.
>> In questo video vi presentiamo come funziona l’elezione in Consiglio federale:
L’elezione di Pfister non era scontata. All’inizio della campagna, il suo avversario era considerato favorito e aveva numerosi assi nella manica: molto conosciuto e influente a Berna (siede in Parlamento dal 2011), Ritter presiede l’Unione svizzera dei contadini, una lobby molto potente.
Col passare delle settimane, il ministro cantonale di Zugo è però riuscito a colmare il divario, destando buona impressione durante le tradizionali audizioni condotte dai principali partiti.
Degno di nota è il fatto che era dal 2007, quando la grigionese Evelyne Widmer-Schlumpf fu eletta al posto di Christoph Blocher, che un candidato che non siede in Parlamento federale accede alla carica politica suprema in Svizzera.
Lo speciale del TG 20.00 della RSI del 12 marzo 2025:
A far pendere l’ago della bilancia in favore di Pfister è stata verosimilmente la sinistra (socialisti e verdi), poiché il partito di maggioranza relativa – l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) – aveva espresso la sua preferenza per Markus Ritter.
+ Il ritratto dei due candidati nell’articolo della collega Katy Romy.
Lo zughese ha avuto il vantaggio di provenire da una regione – la Svizzera centrale – che da tempo non è presente in Governo. Ha inoltre un profilo più urbano rispetto a Ritter (un altro aspetto che ha probabilmente convinto una maggioranza della sinistra). Infine, essendo consigliere di Stato ha già l’esperienza di un esecutivo.
Le sfide che attendono Pfister
Martin Pfister ha studiato germanistica e storia e ha lavorato per diverse associazioni. Ha quattro figli adulti. Colonnello e già comandante di battaglione, potrà far valere la sua solida esperienza maturata proprio nelle forze armate. Il neoeletto dovrà infatti, con ogni probabilità, dirigere il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) lasciato libero da Viola Amherd.
Un dipartimento – ricordiamo – che naviga in acque molto agitate ed è confrontato con innumerevoli problemi, come abbiamo riportato in questo articolo.

Altri sviluppi
I sette problemi dell’Esercito svizzero
Nel suo discorso d’accettazione, Pfister ha descritto la sua elezione in Consiglio federale come un grande onore per sé, per il suo Cantone e per l’intera Svizzera centrale, esprimendo gratitudine per la fiducia ricevuta. In un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti geopolitici, ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme per garantire la fiducia nelle istituzioni e la stabilità che caratterizzano il Paese.
Il consigliere federale eletto ha evidenziato la sua esperienza di governo del suo cantone, dove ha imparato ad apprezzare la collegialità, vedendola non come un onere, ma un onore. Pur avendo un’attenzione particolare per l’economia, ha ribadito l’importanza di bilanciare le esigenze economiche con quelle sociali ed ecologiche.
La Svizzera centrale torna in Governo
La Svizzera centrale non aveva più un rappresentante dal 2003, quando il lucernese Kaspar Villiger (Partito liberale radicale, PLR) era uscito dall’Esecutivo.
Il Canton Zugo, dal canto suo, non era più presente in Consiglio federale dal 1982, quando l’esponente del Partito popolare democratico (PPD, oggi: il Centro) Hans Hürlimann aveva lasciato l’incarico.
Solo due donne
Da notare che con l’elezione di Pfister al posto Amherd, il Consiglio federale perde l’equilibrio di genere. In Governo ci saranno infatti solo due donne, Karin Keller-Sutter (PLR) e Elisabeth Baume-Schneider (Partito socialista).
Il Centro non ha presentato candidate donne. Ciò ha fatto storcere il naso ad alcuni parlamentari, specie a sinistra. Ma, come affermato dal co-capogruppo socialista Samuel Bendahan alla radio RTS, la situazione attuale non può essere imputata al Centro, visto che prima di Amherd, sempre per il Centro, c’era un’altra donna in Governo, Doris Leuthard.
In precedenza, a inizio seduta, la presidente del Consiglio nazionale Maja Riniker (PLR/Argovia) ha elogiato Viola Amherd per il suo approccio pragmatico e la capacità di trasformare le sfide in opportunità.
Prima donna a guidare il Dipartimento della difesa, ha affrontato con determinazione questioni delicate come l’acquisto di nuovi aerei da combattimento e l’integrazione delle donne nell’esercito. Durante il suo mandato, ha reagito prontamente alla crisi ucraina, ha rilevato Riniker, ricordando l’aumento del budget dell’esercito, il suo ammodernamento, la nuova Segreteria di Stato, la sicurezza informatica e la cooperazione internazionale.
Amherd ha anche gestito con successo la crisi del Covid e la più grande mobilitazione dell’esercito dalla Seconda guerra mondiale. Grazie alla sua lungimiranza, Amherd non solo ha scritto un capitolo della storia svizzera, ma ha anche costruito un ponte per la prossima generazione, ha concluso Maja Riniker.
“È stato un onore servire il Paese”
Quanto alla diretta interessata, nel suo discorso di commiato Viola Amherd ha detto, trattenendo a stento le lacrime e qualche singhiozzo, che “è stato un onore servire il nostro Paese”. Ha sottolineato l’importanza del dialogo rispettoso, soprattutto in un periodo di forte polarizzazione politica, sia in Svizzera che all’estero. Secondo la consigliera federale uscente, la democrazia diretta aiuta a evitare la creazione di una classe politica a sé stante, e questa peculiarità della cultura politica svizzera va preservata con cura.
Nel suo intervento, Amherd ha affrontato anche il tema della sicurezza internazionale, evidenziando come il diritto del più forte tenda ormai ad imporsi negli scenari geopolitici attuali. Ha ricordato che, di fronte alla guerra in Ucraina e alle sfide globali, anche la Svizzera è chiamata a proteggere la propria libertà e la propria democrazia, così come stanno facendo i nostri vicini europei, riarmandosi. Da questo punto di vista, anche il nostro Paese è chiamato a fare la propria parte in difesa di valori condivisi.
Chi elegge un consigliere federale o una consigliera federale?
Il Consiglio federale viene eletto dall’Assemblea federale, formata dal Consiglio Nazionale e dal Consiglio degli Stati riuniti in sessione plenaria. L’elezione di un nuovo Consigliere o di una nuova Consigliera federale avviene di norma nella prima sessione utile dopo le dimissioni di un membro in carica (o se il posto diviene vacante).
Chi può essere eletto o eletta in Consiglio federale?
Per essere eletti o elette nel Governo elvetico bisogna avere la cittadinanza svizzera e il diritto di voto. Non è necessario essere formalmente candidato o candidata e non è nemmeno necessario trovarsi già in una delle Camere federali.
Si possono cumulare altre cariche elettive o lavorare altrove?
I Consiglieri e le Consigliere federali non possono né esercitare un’altra funzione al servizio della Confederazione o di un Cantone, né continuare ad avere un’altra attività lucrativa.
Come si elegge un nuovo membro del Consiglio federale?
L’Assemblea federale si esprime con scrutinio segreto. Nei primi due turni, chiunque sia eleggibile può ricevere voti; chi ne incassa meno di 10 viene escluso dal secondo turno in poi. A partire dal terzo turno non sono più ammessi nuovi nominativi; se nessuno ottiene la maggioranza assoluta, il candidato o la candidata con il minor numero di voti viene escluso/a dal turno seguente. Si continua a votare finché un candidato o una candidata non ottiene la maggioranza assoluta, ovvero almeno la metà dei voti validi espressi più uno (sono quindi escluse le schede bianche e quelle considerate nulle). Se devono essere assegnati più seggi vacanti, è determinante l’ordine di anzianità di servizio del membro uscente. Le schede di voto vengono distrutte dopo lo scrutinio.
Come si rinnova il Consiglio federale in blocco?
Si procede ogni quattro anni con lo stesso metodo usato per l’elezione di un nuovo membro, ma partendo dai Consiglieri e dalle Consiglieri in carica, procedendo per ordine di anzianità nella prima sessione che segue le votazioni federali. Una volta eletti i sette membri, si procede alla scelta del o della Presidente e del vice per l’anno successivo.
Per quanto tempo resta in carica un Consigliere o una Consigliera federale?
Il mandato è quadriennale, senza limiti di rinnovo.
Cosa succede se un candidato o una candidata si ritira prima o durante lo scrutinio?
La votazione avviene comunque e la persona interessata risulta comunque eleggibile. Può rifiutare l’elezione, come chiunque venga eletto, e di conseguenza si deve procedere con una nuova elezione.
Cos’è la “Notte dei lunghi coltelli”?
È quella che precede l’elezione e in cui fervono gli ultimi contatti fra i partiti per perfezionare strategie e accordi, o magari anche per… tendere imboscate a candidati o candidate che si vogliono eliminare dai giochi. Una fama di notte che è essenzialmente da ricondurre a ciò che si verificò nel 2007, quando un’intesa fra PS e PPD portò alla estromissione di Christoph Blocher dal Consiglio federale e alla sua sostituzione con Eveline Widmer-Schlumpf.
Esiste una ripartizione fissa in Consiglio federale?
No, non è prevista una ripartizione fissa né per quanto riguarda l’appartenenza politica, né per la provenienza geografica o la lingua madre. Dovrebbe essere l’Assemblea federale a garantire un’equa rappresentanza nel Governo. Solitamente il partito di un membro uscente si organizza per proporre una rosa di candidati e candidate in occasione dell’elezione e mantenere il seggio, ma altri schieramenti possono proporre propri candidati e candidate e pure riuscire a farli o farle eleggere, come la storia anche recente ha dimostrato.
Fonte: RSI/Antonio Civile

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