La televisione svizzera per l’Italia

L’unica terapia psichedelica d’Europa è in Svizzera

fungo
La psilocibina presente nei funghi allucinogeni viene utilizzata agli Ospedali universitari di Ginevra per trattare la depressione. Afp Or Licensors

Un paziente psichiatrico su tre non risponde agli antidepressivi e per questo in Svizzera sempre più dottori e dottoresse ricorrono a metodi alternativi, come le terapie a base di psichedelici. Si tratta però di pratiche ancora costose, poco diffuse e talvolta praticate in modo informale.

Jonathan Crespo, 45 anni e proveniente dalla Svizzera occidentale, racconta di aver toccato il fondo dopo dieci anni di trattamento con antidepressivi, quando ha iniziato a pensare al suicidio. È stato allora che ha cominciato a interessarsi a terapie alternative.

“Quattro anni fa il mio terapeuta mi ha proposto l’elettroshock nel Canton Vaud. L’idea mi ha spaventato molto, così ho iniziato a documentarmi”, racconta.

>> Leggi: Il ritorno della neurostimolazione in psichiatria

Crespo si è imbattuto in un reportage sull’impiego di psichedelici nella cura dei pazienti presso gli Ospedali universitari di Ginevra (HUG). Tra le sostanze utilizzate c’erano l’acido lisergico dietilammide (LSD), un potente allucinogeno, e la psilocibina, che si trova in alcune varietà di funghi psicotropi.

Questo articolo vi interessa? Volete conoscere un po’ meglio la realtà svizzera e avere qualche informazione pratica sulla vita nella Confederazione? Abbonatevi alla nostra newsletter quindicinale.

Poco dopo Crespo ha iniziato un percorso terapeutico che prevedeva la somministrazione di queste due sostanze e di MDMA, uno stimolante noto anche come ecstasy. Il trattamento è durato due anni e mezzo.

“Dobbiamo continuare a dimostrare che questi trattamenti sono efficaci almeno quanto gli antidepressivi.”

Gabriel Thorens, psichiatra presso gli HUG

Dopo tre sedute ha smesso di assumere farmaci e di bere alcolici, ha perso peso, ha “ritrovato il contatto” con il proprio corpo e, poco alla volta, ha ricominciato “a provare emozioni”. A ogni sessione partecipavano tra le sei e le dieci persone che condividevano con lui lo stesso percorso, ma al di fuori di quel contesto nessuno sembrava davvero comprendere cosa volesse dire sottoporsi a sedute di psicoterapia assistita da psichedelici.

“I pazienti dicono spesso: mio marito o mia moglie non capiscono quello che sto vivendo. Ci considerano un po’ matti”, racconta Crespo. Anche per questo ha co-fondato Psychedélos, un’associazione dedicata al benessere dei pazienti e alla destigmatizzazione di sostanze a lungo associate alla controcultura americana e ai locali notturni.

Scopri il ruolo della Svizzera nella comprensione e nel trattamento delle malattie psichiatriche nel seguente articolo:

“Siamo stati il primo gruppo di pazienti al mondo a lottare per l’uso degli psichedelici in combinazione con la psicoterapia”, afferma Crespo. “Non si tratta di uso ricreativo, è un approccio completamente diverso”.

Un quadro giuridico unico

In Svizzera l’impiego di LSD, MDMA e psilocibina in ambito medico è legale dal 2014, sia per la ricerca scientifica che per il trattamento di condizioni come depressione, disturbo post-traumatico da stress e ansia. Queste sostanze in realtà non sono state approvate come medicinali, ma i dottori e le dottoresse che desiderino utilizzarle per un paziente possono richiedere un’autorizzazione eccezionale all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)

Questo quadro normativo ha reso la Svizzera uno dei Paesi più all’avanguardia nella terapia psichedelica, insieme a Stati Uniti, Canada e Australia. I trattamenti sono però riservati a persone che risiedono nella Confederazione, e devono essere accompagnati da sedute di psicoterapia.

Contenuto esterno

La richiesta può essere presentata presso l’UFSP da qualsiasi medico specialista, spiega Gabriel Thorens, psichiatra esperto in dipendenze presso gli HUG. Thorens racconta che i colleghi interessati alla terapia con psichedelici lo contattano spesso, e che il suo team riceve “più richieste di quante ne possa gestire”. L’ospedale organizza tra le cinque e le dieci sedute a settimana, e finora 300 pazienti hanno preso parte al programma dalla sua inaugurazione nel 2019.

Si tratta comunque di un tipo di terapia poco diffuso: la maggior parte delle persone affette da disturbi psichiatrici continua ad assumere antidepressivi.

In Europa il consumo di questi farmaci è più che raddoppiato tra il 2000 e il 2020, raggiungendo una media di 75,3 dosi giornaliere ogni 1’000 abitanti nel 2020. In Svizzera nel 2021 circa 770’000 persone – pari al 9% della popolazione – facevano uso di antidepressivi.

Nel 2024, invece, solo 686 persone hanno intrapreso un percorso di terapia assistito da psichedelici. Anche perché a offrirlo sono solo una manciata di strutture private e alcune cliniche universitarie a Berna, Zurigo, Friburgo e presso gli HUG di Ginevra, dove i tempi di attesa vanno da sei mesi a un anno.

Accesso limitato agli psichedelici

Le terapie con psichedelici sono lunghe e costose. Il personale infermieristico monitora i pazienti durante sessioni che possono durare fino a otto ore, seguite il giorno successivo da una seduta di psicoterapia. Alcune polizze assicurative coprono la parte relativa al monitoraggio e alla psicoterapia, ma il costo delle sostanze utilizzate è interamente a carico del o della paziente.

Agli HUG una sessione di terapia con LSD costa tra i 200 e i 300 franchi, mentre per la psilocibina si parte da 400 franchi e si può arrivare a 800 in caso di dosi elevate. Le sedute vengono ripetute circa tre volte l’anno.

Riconoscere ufficialmente queste sostanze come farmaci rappresenterebbe un passo avanti verso il rimborso. Ma la scorsa estate negli Stati Uniti – che storicamente influenzano l’approccio alle approvazioni mediche nel resto del mondo – la Food and Drug Administration ha respinto la richiesta di autorizzazione per una terapia con MDMA, chiedendo all’azienda interessata di condurre ulteriori studi sulla sua sicurezza ed efficacia.

“Dobbiamo continuare a dimostrare che questi trattamenti sono efficaci almeno quanto gli antidepressivi. Ma uno degli ostacoli principali resta proprio la registrazione ufficiale”, spiega Gabriel Thorens.

>> Leggi: Presto delle terapie psichedeliche per tutti?

Anche la commercializzazione di queste sostanze procede lentamente, sia per la difficoltà di prescriverle per uso domestico, sia perché non è possibile brevettare molecole che sono state scoperte molto tempo fa o di origine naturale, che quindi non godono di protezione della proprietà intellettuale.

Johnson & Johnson è riuscita a mettere sul mercato la ketamina – un anestetico con effetti psicotropi – con il nome commerciale Spravato. Il processo di approvazione non è stato semplice, visto che la ketamina è stata scoperta oltre 60 anni fa. L’azienda ha quindi brevettato una variante della molecola (l’esketamina), specificando l’indicazione terapeutica (depressione), il dosaggio (56 mg o 84 mg) e la modalità di somministrazione (spray nasale).

Il farmaco è attualmente disponibile in 77 Paesi, tra cui Stati Uniti, Unione Europea, Australia e Svizzera.

La ketamina agisce su recettori diversi rispetto agli psichedelici classici come l’LSD, ma a dosi elevate presenta effetti allucinogeni, e per questo viene spesso considerata uno psichedelico “atipico”.

Swissmedic, l’ente svizzero responsabile dell’autorizzazione dei medicinali, ne riconosce l’uso terapeutico e la definisce “una nuova opzione di trattamento” per persone affette da depressione o disturbo bipolare e a rischio di suicidio.

“Goditela e basta”

Depressione bipolare e pensieri suicidi erano esattamente i problemi di cui soffriva Tom, un paziente nello spettro autistico a cui è stata proposta la ketamina in una clinica di Meiringen, nel Canton Berna. Nel 2023 per tre settimane, ogni lunedì, mercoledì e venerdì dopo pranzo, Tom si somministrava circa cinque spruzzi nasali sdraiato su un lettino. L’assenza di indicazioni ulteriori però lo ha lasciato perplesso.

“La cosa incredibile è che nessuno mi ha detto cosa fare mentre ero sotto ketamina. I medici si sono limitati a dirmi: goditela“, ricorda il paziente, oggi 34enne. A suo avviso la terapia ha funzionato solo perché ci ha messo molto “impegno personale”: ha fatto domande ai medici tra una seduta e l’altra e ha cercato di riconnettersi con il proprio “bambino interiore”, anziché limitarsi ad “andare su di giri”.

In Svizzera hanno iniziato a circolare alcuni raccontiCollegamento esterno di assunzione non regolamentata. Di fronte a queste segnalazioni la principale associazione professionale di psichiatri del Paese ha pubblicato delle raccomandazioniCollegamento esterno per l’uso clinico degli psichedelici, integrando quelle dell’American Psychiatric Association e del Royal Australian and New Zealand College of Psychiatrists.

“La terapia psichedelica si discosta dai tradizionali trattamenti farmacologici in psichiatria, e perciò richiede ai medici particolare attenzione per quanto riguarda indicazioni, informazioni, modalità di somministrazione e documentazione, oltre che nella gestione delle questioni normative ed etiche”, si legge nel documento della Società Svizzera di Psichiatria e Psicoterapia, pubblicato a maggio 2024.

Per quanto il quadro normativo continui a evolversi, l’obiettivo rimane sempre il benessere del paziente, afferma Gabriel Thorens: “Alla fine ciò che conta è offrire il miglior trattamento possibile per la giusta indicazione terapeutica”.

A cura di Virginie Mangin/gw

Traduzione di Vittoria Vardanega

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR