Incertezza per l’e-ID in Svizzera

La Svizzera esita a dotarsi di un’identità elettronica (e-ID) secondo le prime proiezioni. La proposta di un’e-ID completamente statale sembrava aver convinto i più nel corso della campagna, dopo il fallimento alle urne del 2021.
La nuova legge sull’e-ID è in bilico: il “sì” e il “no” sono testa a testa, secondo le prime proiezioni.
Questa volta, il Governo svizzero ha proposto un sistema di identificazione digitale gestito del tutto dallo Stato. Una decisione che corregge il tiro dopo la bocciatura alle urne nel 2021. All’epoca, i timori legati ai dati in mano ad aziende private avevano fatto esitare una fetta significativa dell’elettorato.
Il progetto di legge sembrava aver messo d’accordo un po’ tutti, sia all’interno della società civile che tra i maggiori partiti politici. Dall’ultimo sondaggio della SSR prima del voto, era emerso un consenso solido al testo del 59%. Ma oggi le prime proiezioni mostrano incertezza alle urne.
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Sottovalutate paura e diffidenza verso le tecnologie digitali
L’incertezza verso l’e-ID è una doccia fredda per l’alleanza interpartitica che l’ha sostenuta.
Secondo Alexis Roussel, membro del Partito pirata e del comitato referendario, il popolo teme la costrizione digitale, già presente con l’uso dello smartphone, che si impone sempre di più, ha sostenuto su RTS.
Roussel ha ricordato la votazione molto partecipata nei cantoni di Ginevra e Neuchâtel sul diritto all’integrità digitale. Tale votazione, sostenuta da più del 90% dell’elettorato nei due cantoni, rivendica il diritto delle persone a vivere una vita off-line. Una votazione è prevista anche a Zurigo.
La paura e la diffidenza della popolazione nei confronti delle tecnologie digitali sono state sottovalutate, ha aggiunto Roussel.
Il politologo Lukas Golder dell’istituto demoscopico gfs.bern, intervistato da SRF, ha collegato l’incertezza sull’e-ID ai ricordi della pandemia: una parte della popolazione aveva percepito un’eccessiva ingerenza del Consiglio federale, ad esempio con il certificato Covid, e questi sentimenti potrebbero aver pesato sulla campagna referendaria.
Cosa prevede la legge
La Legge federale sull’identità elettronicaCollegamento esterno introduce un mezzo di identificazione a livello digitale, in aggiunta ai documenti tradizionali come carta d’identità e passaporto. La nuova e-ID sarà statale e del tutto gratuita. Permetterà la verifica dell’identità in maniera ufficiale anche online, sia da parte di autorità che di imprese.
Sarà possibile, per esempio, richiedere online documenti ufficiali come la patente o comprovare la maggiore età. L’e-ID resterà tuttavia facoltativa.
La Confederazione sarà responsabile dell’emissione dell’e-ID e della gestione dell’infrastruttura tecnica necessaria per il suo funzionamento. Ogni persona manterrà il controllo dei propri dati. La carta d’identità digitale e le informazioni personali a essa associate, infatti, saranno conservate nello smartphone, in maniera decentralizzata. I dati necessari per l’emissione dell’e-ID saranno registrati in server situati in Svizzera.
Per proteggere ulteriormente i dati e la privacy dell’utenza, la legge prevede che le autorità e le aziende non potranno consultare o registrare le informazioni non necessarie per verificare l’identità.
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Gli argomenti di chi è a favore
Chi è favore della legge sostiene che la Svizzera necessita di un’e-ID che permetta di identificarsi su internet in modo rapido, sicuro ed efficace.
Pratiche amministrative come l’apertura di un conto bancario o la richiesta di una carta sim per il telefono potranno essere eseguite comodamente dal computer di casa. L’e-ID creerebbe anche trasparenza rispetto a quali dati sono comunicati e a chi. Garantirebbe così la protezione della sfera privata.
Dal momento che internet assume un’importanza sempre maggiore, un mezzo di identificazione elettronico è ormai imprescindibile. Tutti i partiti di Governo e il Parlamento sono a favore dell’e-ID.
Gli argomenti di chi è contro
Il Comitato referendarioCollegamento esterno, che include il Partito Pirata e i Giovani dell’Unione democratica di centro (UDC), afferma che la tecnologia di identificazione elettronica della Confederazione compromette la sfera privata dell’utenza. Sostiene anche che non protegge a sufficienza da abusi e tracciamento.
Le aziende private, afferma chi è contro, avranno accesso ai dati personali della cittadinanza e si arricchiranno con essi, per esempio utilizzandoli a fini promozionali.
Per il campo del “no”, l’e-ID non sarà davvero facoltativa e discriminerà le persone che non possiedono uno smartphone o competenze digitali. Inoltre, aprirà la strada alla sorveglianza di massa, distruggendo la democrazia.
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