Il servizio civico e la tassa sulle successioni non dovrebbero superare lo scoglio delle urne
Domenica 30 novembre gli svizzeri e le svizzere votano su due iniziative popolari: una per introdurre un servizio civico obbligatorio per tutti e tutte, l'altra per tassare le eredità dei più ricchi. I sondaggi prevedono un netto rifiuto di entrambi i testi. La questione ora è capire in che misura.
Il 30 novembre si preannuncia una domenica di votazioniCollegamento esterno senza grandi sorprese. I sondaggi lasciano presagire un netto rifiuto delle due iniziative popolari sottoposte al voto.
Oggi, solo gli uomini svizzeri residenti nel Paese sono tenuti a svolgere il servizio militare. L’iniziativa chiede di introdurre un servizio civico obbligatorio per tutte le persone di nazionalità svizzera, donne incluse. Chi vive all’estero non sarebbe obbligato, ma potrebbe partecipare volontariamente, come già avviene per il servizio militare.
Questo impegno dovrebbe andare a beneficio della collettività e dell’ambiente. Potrebbe svolgersi nell’esercito, nella protezione civile o in altre forme di servizio di milizia.
Sebbene personalità di diversi schieramenti abbiano sostenuto il progetto, la maggior parte dei partiti vi si è opposta, ad eccezione dei Verdi liberali e del Partito evangelico. Anche il Consiglio federale si è detto contrario.
Le principali critiche mosse al progetto riguardano soprattutto gli effetti negativi che la sua attuazione avrebbe sull’economia; sono anche stati avanzati dubbi sulla sua efficacia nel risolvere i problemi di organico nell’esercito e nella protezione civile.
Dal canto suo, il comitato promotore dell’iniziativa ha sottolineato che la proposta potrebbe risolvere le problematiche legate all’organico, ampliando il bacino di persone mobilitabili. L’iniziativa permetterebbe inoltre di concretizzare l’uguaglianza di genere, rafforzare la coesione sociale e valorizzare l’impegno civico.
I sondaggi mostrano che una maggioranza di cittadini e cittadine riconosce che un servizio civico universale potrebbe rafforzare la solidarietà e la consapevolezza delle proprie responsabilità. Ma il timore che l’iniziativa si traduca in costi eccessivi e in una complessità difficile da gestire ha prevalso durante la campagna. Risultato: il 64% dell’elettorato respingerebbe il testo, secondo l’ultimo sondaggio pubblicato a meno di due settimane dal voto.
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Tassare le eredità delle persone più ricche: un’idea che non convince
La seconda iniziativa sottoposta al voto questa domenica è promossa dalla Gioventù socialista (GISO). Propone di introdurre un’imposta del 50% sulla parte di successioni superiore a 50 milioni di franchi. Gli introiti servirebbero a finanziare la transizione ecologica e ridurre le disuguaglianze.
Il testo ha suscitato un acceso dibattito sulla fiscalità dei grandi patrimoni. La GISO ritiene che le persone ricche debbano finanziare maggiormente la lotta contro il riscaldamento climatico, poiché il loro stile di vita genera più emissioni. Stimano che la loro proposta porterebbe sei miliardi di franchi di entrate fiscali aggiuntive.
Chi si oppone ha denunciato un’imposta “confiscatoria” che danneggerebbe la competitività e la trasmissione delle imprese familiari. Il timore è di assistere a una fuga di capitali e di contribuenti facoltosi verso l’estero. La Confederazione prevede perdite fiscali comprese tra 200 milioni e 3,6 miliardi di franchi a seconda degli scenari.
Sebbene una maggioranza di svizzeri e svizzere ritenga che le persone ultraricche dovrebbero contribuire di più alla protezione del clima, la soluzione proposta non convince. Secondo l’ultimo sondaggio, il 68% dell’elettorato vi si opporrebbe. La GISO molto probabilmente subirà una pesante sconfitta alle urne. Resta da determinarne l’ampiezza.
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Articolo a cura di Samuel Jaberg
Traduzione con il supporto dell’IA/mar
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