Blatten dopo il disastro: tra macerie, speranza e sfide per la rinascita

Due settimane dopo la frana che ha spazzato via gran parte di Blatten, in Vallese, si comincia a parlare di ricostruzione. Ma le sfide sono enormi. Un riepilogo degli ultimi sviluppi.
Il 28 maggio, una gigantesca frana di fango, ghiaccio e detriti ha travolto il villaggio di Blatten nella valle della Lötschental. Dieci milioni di tonnellate di roccia, staccatesi dal Kleines Nesthorn, sono precipitate sul ghiacciaio del Birch, provocandone il crollo.
Gli edifici non sepolti dalla frana sono stati sommersi dal lago formatosi quando la massa detritica ha sbarrato il torrente Lonza. Le autorità stimano che il 90% del villaggio sia stato distrutto. I 300 abitanti erano stati evacuati prima del disastro, ma un uomo di 64 anni risulta ancora disperso. Il comune di Blatten resta inaccessibile a causa dei pericoli persistenti.
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“Blatten ha ancora un futuro,” ha dichiarato il sindaco Matthias Bellwald subito dopo il disastro. “Ci torneremo.”
Dove e come sarà costruita la “Nuova Blatten”?
Durante un’assemblea pubblica a Wiler il 12 giugno, le autorità di Blatten hanno sorpreso le persone presenti presentando una tabella di marcia per ricostruire il villaggio nei prossimi tre-cinque anni. Bellwald ha indicato due frazioni vicine risparmiate dalla frana – Eisten e Weissenried – come possibili sedi della “Nuova Blatten”, insieme al centro di Blatten.
I primi lavori inizieranno quest’anno con lo sviluppo delle due frazioni. È già in costruzione una strada di accesso d’emergenza, e saranno installati provvisoriamente acqua, fognature ed elettricità. Nel 2026 sono previsti ulteriori lavori di bonifica, tra cui lo svuotamento del lago e la canalizzazione della Lonza.
Secondo l’ambizioso piano, i primi edifici temporanei saranno realizzati nel 2027, mentre la costruzione di un nuovo centro con immobili multifunzionali, una chiesa, un negozio e un hotel inizierà nel 2028. Il comune prevede anche la costruzione di nuove abitazioni. I primi abitanti potrebbero tornare nel centro di Blatten dal 2030. Secondo la Neue Zürcher Zeitung Collegamento esterno(NZZ), lo studio di architettura Herzog & de Meuron ha già elaborato dei progetti visivi.

“Non sono un utopista”, ha affermato Bellwald. “Ho una visione realizzabile. C’è tanto lavoro da fare, questo è certo”. Le 200 persone presenti hanno accolto il piano con una standing ovation.
Nonostante l’ottimismo, restano molte domande su autorizzazioni, iter politici, finanziamenti e sicurezza.
Cosa ne pensano la popolazione e le persone esperte di ricostruzione?
Beat Rieder, parlamentare federale vallesano residente nella valle, vede anch’egli opportunità per trasferire – almeno in parte – la popolazione a Weissenried ed Eisten, più in alto sul versante della valle esposto a sud. Ma sollecita le autorità ad accelerare le procedure, perché il tempo stringe.
Costruire sul cono di detriti, spesso fino a 35 metri, è altamente improbabile per l’instabilità del terreno. Anche rimuovere i nove milioni di metri cubi di materiale è irrealistico e pericoloso.
Secondo Christian HuggelCollegamento esterno, climatologo e geografo dell’Università di Zurigo, basandosi su esperienze precedenti come la valanga di ghiaccio e roccia nella gola di Karmadon (Ossezia del Nord, Russia) vent’anni fa, il ghiaccio nel cono di detriti di Blatten impiegherà anni o decenni a sciogliersi.
>> Video del crollo del ghiacciaio a Blatten il 28 maggio 2025.
La scelta di un nuovo sito per Blatten è complessa. La mappa dei pericoli del Canton Vallese classifica quasi tutta la valle della Lötschental come zona rossa, ad alto rischio di frane, alluvioni e valanghe. Al di fuori di queste zone, il terreno è molto ripido e lo spazio disponibile è limitato, rileva la NZZ am SonntagCollegamento esterno.
Andreas Zischg, esperto di pericoli naturali dell’Università di Berna, afferma che si potrebbe ricostruire anche in zona rossa, usando infrastrutture e barriere per bloccare le frane.
“Possiamo costruire strutture di protezione contro le valanghe o grandi muri per ridurre il pericolo a un livello medio o residuo. Così potremmo ricostruire in quella zona”, ha detto alla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTSCollegamento esterno.
Ma queste infrastrutture sono costose. A Bondo, nei Grigioni, devastato da una frana nel 2017, muri, ponti e bacini di contenimento sono costati 52 milioni di franchi, metà dei quali coperti dalla Confederazione.

Qual è la situazione finanziaria dopo il disastro di Blatten?
Il costo totale dei danni non è ancora chiaro, ma si stima nell’ordine delle centinaia di milioni, secondo la ministra delle finanze e presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter.
La Confederazione, i Cantoni e i comuni svizzeri hanno dato finora prova di solidarietà e promesso fondi per aiutare le vittime e la ricostruzione. Ad esempio, il Parlamento ha stanziato cinque milioni di franchi in fondi d’emergenza, la Catena della solidarietà ha raccolto 17 milioni e il Canton Vallese ha promesso 10 milioni e creato un gruppo strategico per la ricostruzione.
Il ministro dell’ambiente Albert Rösti si è detto favorevole alla ricostruzione di Blatten: “Vogliamo dare un futuro agli abitanti della Lötschental”, ha dichiarato. “Ma la decisione deve spettare alla popolazione di Blatten. Vogliamo creare un quadro per rendere possibile questa decisione. […] La strada è davvero in salita. Le questioni sono complesse, ma i fattori decisivi saranno la sicurezza e i bisogni della popolazione”.
Qual è la vostra opinione? Partecipate al dibattito:
Qual è la situazione attuale a Blatten?
Un enorme cono detritico si estende per circa due chilometri nella valle. Il livello del lago che si è formato è leggermente calato. Il fiume ora serpeggia tra i detriti, un terzo dei quali è composto di ghiaccio. Piccole frane continuano a scendere dal Kleines Nesthorn. Gran parte del ghiacciaio è scomparsa.
Raphaël Mayoraz, geologo cantonale del Vallese, monitora attentamente i pericoli. “Sul Kleines Nesthorn ci sono ancora un milione di metri cubi di roccia in movimento, parte dei quali cade occasionalmente. Si muove molto meno rispetto a prima ma le frane potrebbero raggiungere il cono di detriti”, ha spiegato alla RTS.
Mayoraz è anche preoccupato per il lago: se gli argini dovessero cedere improvvisamente, l’inondazione potrebbe essere disastrosa. Il livello di pericolo è ancora 9 su 10, avverte. “Solo quando sarà a livello 2 potremo rilassarci”.

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Circa 30 persone evacuate da Ferden, Kippel e Wiler il 29 maggio sono potute rientrare la scorsa settimana. Anche i turisti sono stati autorizzati a visitare la parte bassa della valle.
Nel frattempo, circa 200 membri della protezione civile, che monitorano fiume e lago e sorvegliano la zona interdetta, hanno iniziato i primi lavori di pulizia.

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Articolo a cura di Gabe Bullard/ml
Traduzione con il supporto dell’IA/mar

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