Il sentiero del contrabbando
Storie di "spalloni" e finanzieri su un sentiero che, da pensionati, hanno realizzato per ricordare quando insieme dovevano "sbarcare il lunario".
Questo contenuto è stato pubblicato il 28 febbraio 2021 - 19:00L’economia agricola delle vallate alpine del nord Italia era uscita devastata dalla Seconda guerra mondiale. Molti uomini erano morti nei combattimenti e i reduci, stremati da anni di privazioni e conflitti, non erano più in grado di coltivare i campi.
Fu così che nelle zone di confine tra Lombardia e Svizzera fiorì allora il fenomeno del contrabbando, praticato inizialmente da donne e bambini. BaruffiniLink esterno, un piccolo paese arroccato sopra Tirano, in Alta Valtellina, distante solo 2 km dal confine con i Grigioni, era uno dei centri più dinamici.
Gli "spalloni", per centinaia di notti tra gli anni ‘50 e i primi anni ‘80, attraversarono la frontiera per importare illegalmente sigarette, caffè, cacao e zucchero. A contrastarli, in nome dello Stato italiano, giovani finanzieri appostati ad alta quota su passi innevati, in condizioni spesso proibitive. Tra i due rivali, divisi dal ruolo, ma uniti dal bisogno di sbarcare il lunario, si svilupparono spesso sentimenti di solidarietà e rispetto.
Negli anni della pensione, ex contrabbandieri ed ex finanzieri si sono ritrovati per dare una forma concreta a questa memoria comune. È nato così il Sentiero del contrabbandoLink esterno, un anello di 7 km che parte e arriva a Baruffini sfiorando il confine con la Svizzera, dove gli escursionisti possono oggi ripercorrere questa storia di frontiera.
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