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Stabile lo spaccio e il consumo di droga in Ticino

Cocaina versata da una bustaina su un vassoio.
La situazione rispetto al passato è stabile, il fenomeno del consumo esiste ma quanto sia davvero diffuso non lo sa neanche la polizia. Keystone / Martin Ruetschi

Sei persone alla sbarra per un traffico di cocaina stimato in oltre dieci chili: quello iniziato lunedì alle Assisi criminali di Lugano è un processo atipico, sia per il numero di imputati, sia per i quantitativi spacciati. Intervista al commissario capo della Polizia cantonale ticinese Paolo Lopa e a un consumatore diventato spacciatore per necessità.

L’inchiesta è stata portata avanti su più fronti, il che ha permesso di smantellare una rete attiva su tutto il territorio cantonale, spiega il commissario capo Paolo Lopa, che ha abbozzato il quadro del traffico di stupefacenti in Ticino: “Essendo abbastanza alto il numero di imputati, anche il quantitativo presunto della cocaina spacciata aumenta. Ma non voglio fare allarmismo: non siamo inondati di sostanza stupefacente in Ticino. Tuttavia, non voglio neanche sminuire: la situazione rispetto al passato è stabile, il fenomeno del consumo esiste ma quanto sia davvero diffuso non lo sappiamo neanche noi”.

Quali sono le sostanze più consumate?

“La canapa è al primo posto; la cocaina è tra le più usate e l’eroina non è mai passata di moda. Ultimamente, cerchiamo di stare attenti all’abuso di sostanze medicamentose: non sappiamo ancora se parlare di fenomeno, ma notiamo un aumento del consumo di determinati farmaci, che servirebbero magari per alleviare il dolore, ma che vengono assunti per altri scopi”.

Quanto ha influito la pandemia sui traffici di droga?

“Non c’è mai stata un’interruzione. Durante la pandemia la nostra attività per forza di cose si è calmata, perché circolavano meno persone. Ma poi la ripresa è stata repentina, con numeri in linea con quelli degli anni precedenti”.

Alla sbarra troviamo pesci piccoli. Quanto è difficile fare un passo in più nelle inchieste?

“Risalire la china e arrivare qualche gradino più in su è difficile. Ma lo abbiamo già fatto, lavorando in collaborazione con gli inquirenti di altre nazioni, dove si trovano i vertici delle organizzazioni. In questo contesto, per il Ticino oggi un Paese di riferimento è l’Albania. Il traffico in particolare della cocaina è gestito da persone provenienti o residenti in questo Paese. Già decenni fa la situazione era questa. Probabilmente è anche dovuto al fatto che vista la situazione economica, è facile trovare manodopera da spedire qui per gestire i traffici”.

C’è e funziona la collaborazione con le autorità albanesi?

“Sì, esiste. A volte funziona, a volte meno. Non cerchiamo sempre di condividere con loro le informazioni utili. Ma non è sempre facile”.

L’intervista a un consumatore diventato spacciatore:

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