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poliziotti installano delle recinzioni davanti a palazzo federale

Speciale votazioni federali

Care lettrici e cari lettori, 

Per la seconda volta in poco più di cinque mesi, l'elettorato elvetico era chiamato alle urne per esprimersi sulla legge che getta le basi per la gestione della pandemia. Questa volta ad essere contestato tramite referendum era prima di tutto il certificato Covid, non contemplato nella votazione di giugno.

Come già alcuni mesi fa, la strategia del Consiglio federale ha però ottenuto l'avallo degli elettori ed elettrici. Anche se i sondaggi lo avevano previsto, a sorprendere è soprattutto la percentuale di 'sì', addirittura superiore rispetto allo scorso 13 giugno. Il Governo e la maggioranza del Parlamento possono così tirare un sospiro di sollievo, vedendo confermata la loro strategia.

Questo fine settimana di votazioni rimarrà però nelle memorie anche per un'altra immagine: le misure di protezione prese dalla polizia attorno a Palazzo federale a Berna, dopo che nei giorni scorsi sulle reti sociali sono stati diffusi appelli per una manifestazione davanti alla sede di Governo e Parlamento. Una prima in assoluto in occasione di una votazione federale e un "baratro preoccupante", come ha scritto il politologo Claude Longchamp.

controllo certificato covid
Keystone / Laurent Gillieron

Il certificato Covid è stato accettato dall’elettorato svizzero. La modifica della legge Covid del marzo 2021, che contempla anche l’estensione degli aiuti finanziari, è infatti stata approvata da oltre il 61% dei votanti.

Con le sole eccezioni di Svitto e Appenzello Interno, dove la modifica della legge Covid-19 è stata bocciata rispettivamente dal 51,4 e dal 55,8% delle persone votanti, è una cartina della Svizzera più o meno uniforme quella che si è disegnata domenica. Se soprattutto nei Cantoni della Svizzera centrale il testo di legge è stato accolto da poco più del 50% delle persone che si sono recate alle urne, nel resto del Paese il sostegno è stato più ampio con una punta di oltre il 70% a Basilea Città.

La proporzione di ‘sì’, pari al 61% (manca ancora il risultato di Zurigo), è leggermente superiore a quella del 13 giugno scorso (i favorevoli furono il 60,2%), quando si votò sulla prima versione della legge Covid-19. Questa volta, però, i voti favorevoli sono aumentati nella Svizzera tedesca, mentre in quella francese e in quella italiana a crescere sono stati i contrari.

Il referendum riguardava la modifica della legge Covid-19 del 19 marzo 2021. Con questa revisione, il Parlamento ha istituito le basi legali per il certificato Covid, che da settembre permette alle persone vaccinate, guarite o in possesso di un test negativo di accedere a ristoranti, cinema, teatri e alle grandi manifestazioni. Inoltre, la legge ha esteso anche alcuni aiuti finanziari e ha sviluppato il sistema di tracciamento dei contatti.


infermiere dietro a degli schermi
Gaetan Bally/Keystone

L’iniziativa denominata “Per cure infermieristiche forti” è stata accettata da circa il 61% dei votanti e delle votanti.

Quella accolta domenica è solo la 24esima iniziativa popolare (su 223 dal 1891) approvata sia dalla maggioranza del popolo che dei Cantoni. Il risultato non rappresenta però una sorpresa, visto che i sondaggi erano stati chiari.

L’iniziativa è stata lanciata dall’Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri e ha per obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro per rendere la professione più attrattiva. Chiede inoltre alla Confederazione e ai Cantoni di formare personale qualificato sufficiente.

Il Governo e la maggioranza del Parlamento avevano invitato l’elettorato a respingere il progetto di modifica costituzionale, privilegiando un controprogetto accolto nel frattempo dalla maggioranza dei parlamentari. Questo controprogetto, che non si spingeva così in là come l’iniziativa, sarebbe entrato in vigore se quest’ultima fosse stata respinta.

scultura con giudici
Keystone / Jean-christophe Bott

Il Parlamento continuerà come ora a designare i giudici federali. L’iniziativa che chiedeva l’introduzione di un sorteggio è stata bocciata da quasi il 70% di chi si è recato alle urne.

Attualmente i giudici federali sono eletti dal Parlamento, ufficiosamente in base alla rappresentanza proporzionale dei partiti. Questo sistema non cambierà. La cosiddetta Iniziativa sulla giustizia è infatti stata nettamente respinta.

Il progetto, promosso da un comitato di cittadini e cittadini, tra cui l’imprenditore di Zugo Adrian Gasser, proponeva che le cariche di giudice federale fossero assegnate tramite estrazione a sorte, in base a una lista di persone considerate idonee alla professione. La procedura attuale, sosteneva il comitato a favore, viola la separazione dei poteri e pregiudica l’autonomia del sistema giudiziario.

L’iniziativa era però combattuta da tutti i principali partiti, che la consideravano troppo estrema e contraria alla tradizione politica svizzera.

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