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Sotto esame gli aiuti ai profughi e alle profughe ucraine

Profughi ucraini nel centro della Protezione civile di Gland.
Profughi ucraini nel centro della Protezione civile di Gland. © Keystone/ Valentin Flauraud

Sul funzionamento del regime speciale di protezione (statuto S) accordato ai profughi e alle profughe ucraine saranno effettuati a breve i necessari approfondimenti. Lo ha annunciato la consigliera federale Karin Keller-Sutter che si attende il primo rapporto intermedio entro la fine di quest'anno.

Tutto questo allo scopo di calibrare al meglio l’azione delle autorità elvetiche nei confronti degli sfollati che scappano dalla guerra e di non farsi trovare impreparati, come recentemente avvenuto in relazione alla pandemia. “Non voglio attendere due anni per avere le prime valutazioni, come accaduto con il coronavirus”, ha detto ai media la responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia (Dfgp).

Un gruppo di specialisti al lavoro

Lo statuto S,Collegamento esterno varato nel 1999, è stato applicato da Berna per la prima volta solo recentemente, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Giovedì pomeriggio si è insediato a Berna il gruppo di valutazione, chiamato a verificare la reale efficacia di questo strumento, l’impatto sul sistema generale dell’asilo e le possibilità di rimpatri nell’eventualità di un miglioramento della situazione sul fronte ucraino.

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Al suo interno figurano funzionari federali dei servizi per la migrazione ed esponenti politici che dovranno redigere un rapporto finale entro la fine del prossimo anno.  

Lo scorso 11 marzo il governo federale aveva attivato questo permesso di soggiorno transitorio che consente ai beneficiari di risiedere nella Confederazione per almeno un anno e di svolgere un’attività lucrativa in deroga alle norme generali sugli stranieri (in particolare per quelli non provenienti dall’area Schengen per i quali è prescritto il visto).   

La questione dei rimpatri

Secondo le cifre pubblicate giovedì dalla Segreteria di Stato per la migrazione (Sem) sono 58’847 i cittadini e le cittadine ucraine che hanno depositato una domanda preso le autorità elvetiche dall’inizio dell’aggressione russa e 56’908 di questi hanno ottenuto la protezione prevista.

Attualmente le richieste di statuto S sono in calo, ha precisato la consigliera federale, “ma non sappiamo cosa evolverà la guerra”. Se la situazione si aggraverà i Paesi europei devono prepararsi a un importante afflusso, in caso contrario si potrà invece pensare ai rimpatri. Su quest’ultimo aspetto Karin Keller-Sutter ha incaricato due settimane fa la Sem di elaborare un progetto sull’eventuale revoca dello statuto S, che comunque andrà coordinata con cantoni e paesi vicini.

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