Il clima preoccupa più di disoccupazione o terrorismo
Il riscaldamento climatico è preso molto sul serio dagli svizzeri, in particolare dai più giovani, stando a un sondaggio.
Lo scetticismo sulla realtà del riscaldamento climatico non sembra fare presa sugli svizzeri: l’85% di loro ritiene infatti che questo fenomeno sia reale e la stragrande maggioranza pensa sia necessario agire, prima di tutto a livello internazionale, ma anche a quello individuale e nazionale.
Il sondaggio è stato condotto dall’8 al 26 settembre su 2'000 persone di età compresa tra 15 e 79 anni. Per i risultati completi (in tedesco) cliccate quiLink esterno.
End of insertionÈ uno dei dati contenuti in un sondaggio effettuato dall’istituto LinkLink esterno per conto della Società svizzera di radiotelevisione, di cui fanno parte tvsvizzera.it e swissinfo.ch, e pubblicato mercoledì, in occasione di una serata tematica a reti unificate dedicata alle ripercussioni del cambiamento climatico.
Oltre la metà degli intervistati (51%) considera che le conseguenze di questo fenomeno si fanno già sentire, mentre coloro che pensano che non vi è nessuna ripercussione sono una piccola minoranza.
Il riscaldamento globale è percepito come una minaccia più preoccupante di un eventuale collasso del sistema pensionistico, del terrorismo o della disoccupazione. Il 58% degli intervistati lo ritiene pericoloso o molto pericoloso per la Svizzera. Per la disoccupazione e il terrorismo, la proporzione scende al 24%.
A preoccuparsi di più sono i giovani e sono pure loro (nella misura dell’80%) che ritengono l’uomo il principale responsabile del riscaldamento climatico.
Le percezioni cambiano sensibilmente a seconda della regione in cui si vive e dell’appartenenza politica. Ad esempio, nella Svizzera italiana la disoccupazione preoccupa quanto il cambiamento climatico, mentre nella Svizzera francese è il sistema pensionistico a provocare sudori freddi.
Alla domanda ‘cosa fate di concreto per contrastare il cambiamento climatico’, il 33% afferma di utilizzare i trasporti pubblici e la bicicletta, il 26% di risparmiare energia e il 25% di mettersi al volante il meno possibile. Anche in questo caso vi sono forti variazioni tra le regioni linguistiche. Tra i romandi, solo il 17% dice di rinunciare all’auto, contro il 29% tra gli svizzeri tedeschi e il 27% tra gli svizzeri italiani.
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