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L’Aquarius non batterà bandiera svizzera

gruppo di persone brandisce dei cartelloni
Oltre alle iniziative dei parlamentari, un gruppo di cittadini ha lanciato una petizione, per la quale sono state raccolte oltre 25'000 firme, che chiede al Governo di permettere all'Aquarius di battere bandiera svizzera. © KEYSTONE / MARCEL BIERI

Il Governo elvetico ritiene che concedere la bandiera svizzera alla nave umanitaria comprometterebbe gli sforzi coordinati dell’Unione Europea nella risoluzione della crisi migratoria nel Mediterraneo.

Dopo la decisione di Panama di revocare alla Aquarius il diritto di navigare sotto la propria bandiera, diversi parlamentari svizzeri hanno chiesto al Governo elvetico di autorizzare l’iscrizione dell’imbarcazione nel registro del naviglio svizzero.

L’articolo 35 della Legge federale sulla navigazione marittima sotto bandiera svizzeraCollegamento esterno prevede infatti che “eccezionalmente, il Dipartimento federale degli affari esteri può autorizzare l’iscrizione […] di navi appartenenti a persone fisiche, società commerciali o persone giuridiche […] che utilizzino la nave per uno scopo filantropico, umanitario, scientifico, culturale o analogo”.

Approccio coordinato, non iniziative ad hoc

Il Governo svizzero ha però respinto la richiesta. “Il Consiglio federale – si legge nella rispostaCollegamento esterno – è del parere che le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo richiedano un approccio coordinato e a lungo termine per l’accoglienza dei profughi che si fondi su una distribuzione equa delle responsabilità nei confronti delle persone vulnerabili”.

Intavolare negoziati ad hoc per ogni nave con profughi a bordo – sostiene il Governo – “non è costruttivo”. Ogni intervento isolato – ad esempio quello di concedere all’Aquarius di battere bandiera svizzera – rischia di “aggirare la collaborazione tra gli Stati invece di promuoverla”.

Tradizione umanitaria

I parlamentari intervenuti a favore di Aquarius, avevano motivato le loro interpellanze sottolineando la lunga tradizione umanitaria della Svizzera e il fatto che la Confederazione accoglie numerose Ong il cui scopo è migliorare la sorte dei rifugiati e proteggere i migranti. Secondo loro, sarebbe stato opportuno “fare tutto il necessario per permettere a questa missione umanitaria di perdurare”.

In una prima reazione, la sezione svizzera di SOS Méditerranée critica la decisione del Consiglio federale: “non si possono lasciare morire delle persone unicamente perché non si sa ancora dove sbarcarle”, afferma in un comunicato.

Per l’Ong la Svizzera avrebbe potuto far valere la sua tradizione umanitaria e inviare un segnale forte ai governi europei. Purtroppo però, scrive ancora l’associazione, “considerazioni politiche hanno nuovamente prevalso sul destino di vite umane”.

Dura anche la reazione della consigliera nazionale Ada Marra, una delle autrici dell’interpellanza. Su Twitter la parlamentare scrive che con questa decisione la tradizione umanitaria della Svizzera “è annegata coi migranti nel Mediterraneo”.

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Ferma da due mesi

Affittata da SOS Méditerranée e da Medici senza frontiere (Msf), dal 2016 ad oggi l’Aquarius è riuscita a soccorrere quasi 30’000 migranti che cercavano di attraversare il Mediterraneo. Da quando ha perso il diritto di navigare sotto bandiera panamense, a fine settembre, è attraccata nel porto di Marsiglia.

Due settimane fa, la nave è stata posta sotto sequestro in seguito all’intervento della magistratura italiana. La Procura di Catania accusa le Ong che hanno affittato la nave di avere smaltito illecitamente diverse tonnellate di rifiuti.

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