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Papa: “Amazzonia devastata dagli interessi”

Papa Francesco mentre davanti a lui sfilano persone in rappresentanza dei popoli amazzonici.
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"Il fuoco appiccato da interessi che distruggono, come quello che recentemente ha devastato l'Amazzonia, non è quello del Vangelo". Lo ha sottolineato il Papa nell'omelia della messa che ha aperto il Sinodo dei vescovi.

È un fuoco che ha dietro precisi interessi quello che sta mandando in cenere tanta parte della foresta amazzonica, un fuoco che non viene da Dio. Il ‘j’accuse’ arriva da Papa Francesco che oggi ha aperto, con la messa nella basilica vaticana, il Sinodo sull’Amazzonia.

Presenti in Vaticano anche i leader dei popoli indigeni con i loro visi dipinti e i copricapo piumati. “Il fuoco appiccato da interessi che distruggono, come quello che recentemente ha devastato l’Amazzonia, non è quello del Vangelo”, ha sottolineato il Papa aggiungendo che “il fuoco di Dio è calore che attira e raccoglie in unità. Si alimenta con la condivisione, non coi guadagni. Il fuoco divoratore, invece, divampa quando si vogliono portare avanti solo le proprie idee, fare il proprio gruppo, bruciare le diversità per omologare tutti e tutto”.

L’indice è puntato contro i tanti interessi delle multinazionali che stanno depredando il ‘polmone’ del mondo ma anche implicitamente contro il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che non ha fatto mistero di volere favorire investimenti industriali e costruzioni nella più grande foresta del mondo che per lui non può essere considerata “patrimonio dell’umanità”.

La Chiesa non può stare “mai ferma”, non può farsi “soffocare dai timori e dalla preoccupazione di difendere lo status quo”, ha avvertito Francesco con un messaggio indiretto all’ala conservatrice che osteggia questa assise in Vaticano e che teme le possibili novità in arrivo. Ma d’altronde la fede non è quella di chi “fa finta di essere un grande credente”, sono ancora le parole di Bergoglio, questa volta pronunciate all’Angelus”, che poi finisce per fare anche “figuracce”.

Da lunedì il via ai lavori

Ma il Sinodo dei vescovi entrerà nel vivo dei lavori lunedì 7 febbraio con la prima Congregazione è tutt’altro che una assise priva di problemi. 

Il lungo ‘strumento di lavoro’ contiene punti delicati, primo tra tutti, quello di valutare la possibilità di affidare alcuni compiti del ministero sacerdotale ai cosiddetti ‘viri probati’, uomini di fede sposati. Questo per la carenza di sacerdoti rispetto alla vastità della regione. 

Una religione che rispetti le tradizioni dei popoli

Ma anche la questione di una fede che rispetti culture e tradizioni dei popoli indigeni fa storcere il naso all’ala più tradizionalista dei cattolici. “La Chiesa in Amazzonia non può sbagliare. C’è bisogno non di una Chiesa europea, trasportata, diciamo così, in Amazzonia, ma una Chiesa dal ‘volto amazzonico’, un volto indigeno e perciò per avere questo, dovrà essere una Chiesa inculturata”, è il pensiero del cardinale Claudio Hummes, relatore generale del Sinodo, un po’ l’anima ispiratrice di questo evento ecclesiale.

Il Sinodo sul tema “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale” vede la partecipazione di 184 padri sinodali, dei quali 113 provenienti dalle diverse circoscrizioni ecclesiastiche panamazzoniche, in rappresentanza dei nove stati della Regione: Brasile, Venezuela, Colombia, Ecuador, Bolivia e Perú, i maggiori; ma anche Guyana francese, Repubblica Cooperativista della Guyana e Suriname.

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