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Si al consumo di insetti, la Svizzera si prepara alla crisi alimentare

La fonduta con gli scarafaggi presto realtà? Corrado Mordasini

La Svizzera che non ti aspetti, di Gino Ceschina

“Fai un salto al negozio, piglia il pane, il latte, l‘aromat, e tre etti di tarli che li mettiamo nel risotto”. Presto, in Svizzera frasi di questo tipo potrebbero risuonare nelle case.

Si perché lunedì 22 giugno in Svizzera è stata messa in consultazione una revisione della legge sulle derrate alimentari che tra l’altro prevede la possibilità di commerciare e consumare tre specie di insetti.

Sul successo di questi alimenti magari si può esprimere qualche dubbio, soprattutto perché, come si suo dire “anche l’occhio vuole la sua parte” e diciamo che, da vedere, tarli, grilli e cavallette, paragonati al vacherin o ai wafer al cioccolato non se la giocano neanche.

Oltretutto, anche se l’orecchio non è chiamato in causa da proverbi mangerecci, l’idea di abboffarsi di una roba che si chiama tenebrio molitor (anche se poi in fondo è poi il tarlo della farina) non è che faccia venire proprio l’acquolina in bocca.

Oltre al nostro amico tenebrio (commestibile però solo in fase larvale: probabilmente da adulto fa proprio troppo schifo), si potranno mangiare due specie di insetti estremamente comuni: grilli e cavallette.

Intendiamoci. Si tratta di una modifica di legge che almeno per primi anni non avrà alcun influsso sulla vita alimentare degli svizzeri. Pregiudizi e abitudini sono duri a morire. Ma certe leggi hanno un impatto più importante a livello di immaginario collettivo che pratico. In altre parole, è un segnale. Si spera che la gente si ponga una semplice domanda: “ma quanto stiamo messi male se ci dicono di mangiare grilli?”

In realtà, come sappiamo, in Svizzera per ora non stiamo messi male affatto. Ma vedere la questione solo dal punto di vista svizzero sarebbe piuttosto riduttivo. Le risorse alimentari nel mondo scarseggiano. E oltretutto, la produzione di proteine, animali in particolare, è una importante fonte di inquinamento.

Per cui largo all’entomofagia, a cominciare dai politici, che ligi al dovere hanno dato il loro esempio già tempo addietro. Le proteine provenienti dagli insetti potrebbero salvare l’umanità: ecologiche e facili da produrre.

E iniziare perlomeno a considerare la possibilità che potremmo in futuro essere costretti a mangiarci grilli, formiche e maggiolini potrebbe addirittura contribuire a indurci a comportamenti alimentari un po’ più parsimoniosi da subito. Meglio di niente.

Secondo la FaoCollegamento esterno almeno 2 miliardi persone, oggigiorno, mangiano insetti, e questo tipo di dieta è più sano, ecologico e a buon mercato di tanti altri.

E poi, in fondo, sinceramente: tra un gamberetto e una larva c’è poi tutta questa differenza?

Gino Ceschina

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Illustrazione di Corrado Mordasini

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