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Trump: “La violenza si ferma solo con la forza”

Donne con maglie rosse con la scritta Oregon women for Trump
Sostenitrici e sostenitori di Donald Trump hanno invaso le strade del centro. Spesso scontrandosi con i manifestanti del movimento Black Lives Matter, 2020 The Associated Press

Portland si trasforma sempre più in un campo di battaglia. Da tre mesi, da quando è montata l'onda delle proteste antirazziste per la morte di George Floyd, la città della West Coast statunitense è teatro di disordini. E sabato è morto un sostenitore di Donald Trump. 

Alla luce di quanto sta succedendo nella città dell’Oregon, Trump si è espresso in modo chiaro: “Il solo modo per fermare la violenza nelle città come Portland guidate dai democratici è attraverso la forza!”. Il tutto scritto come sua consuetudine su un tweet. Questa volta il suo attacco è stato rivolto contro il sindaco democratico di Portland Ted Wheleer. Ecco il tweet:

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“Trump incoraggia la violenza”, ha commentato dal canto suo Wheeler nel corso di una conferenza stampa in diretta tv dopo gli scontri di sabato notte nell’Oregon tra i manifestanti antirazzisti e i sostenitori del presidente Trump.

“La campagna di paura portata avanti dal presidente è antidemocratica”, ha affermato il primo cittadino, commentando l’episodio che ha portato alla morte di un attivista di destra. Trump ha invocato l’intervento della Guardia Nazionale per riportare l’ordine a Portland, definendo il suo sindaco “un pazzo”.

Gli scontri continuano

Portland, nel frattempo si trasforma sempre più in un campo di battaglia. Da tre mesi, da quando è montata l’onda delle proteste antirazziste per la morte di George Floyd, la città della West Coast statunitense è teatro di disordini. Sabato notte però c’è scappato il morto, dopo gli scontri esplosi tra i manifestanti del movimento Black Lives Matter e i sostenitori pro Trump arrivati in città a bordo di centinaia di furgoni e pickup. Un corteo che ha invaso le strade del centro e organizzato da diverse organizzazioni, alcune di estrema destra.

La vittima degli scontri (filo trumpiano) è stata colpita al petto da un proiettile. Per lui non c’è stato scampo, morto sul colpo. 

Ad indagare insieme alle forze dell’ordine locali anche gli agenti dell’Fbi. Ma la vera preoccupazione ora è che la situazione di Portland, già da settimane degenerata, possa finire del tutto fuori controllo, con una vera e propria guerra tra fazioni opposte.

Così, a due mesi dalle elezioni presidenziali del 3 novembre, la campagna elettorale rischia di raggiungere livelli di tensione mai visti nella storia americana recente.

E su quest’ultimo aspetto, vediamo il servizio del Tg:

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tvsvizzera.it/fra con RSI

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