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Svizzera-Italia, la guerra del pollo al cestello

Gli italiani ci hanno rubato l'unica ricetta svizzera! Corrado Mordasini

di Gino Ceschina

Gli svizzeri si sa sono gente tranquilla. Magari un po’ orgogliosi, ma pacifici per principio. Ci sono dei punti fermi: la neutralità, il federalismo, la democrazia diretta, ma il pragmatismo elvetico fa sì che tutto possa essere messo in discussione: anche Guglielmo Tell, anche Heidi.

Tutto. Quasi tutto. Ma qui si va a toccare i valori più sacri.

E i valori più sacri sono stati ignobilmente profanati da un sito di cucina italiano, che ha bellamente spiattellato ai quattro venti il segreto meglio custodito della Svizzera, altro che terzo mistero di Fatima. Si mormora che la ricetta del pollo al cestello di Attinghausen sia il vero motivo della lite tra Caino e Abele.

Attinghausen è una non tanto ridente località del canton Uri, tra Andermatt e Altdorf, che è come dire tra il San Gottardo e il Lago dei quattro cantoni. Il cuore della Svizzera, proprio lungo la A2, l’autostrada che attraversa il paese da sud a nord.

Un paese abbastanza anonimo, con zero attrattive persino bruttarello. Eppure in Svizzera, e non solo, è famosissimo per una sola cosa: il pollo al cestello.

C’è un ristorante, ad Attinghausen, che per gli svizzeri rappresenta una sorta di rito di passaggio. Non sei un vero svizzero se non hai mangiato almeno una volta il pollo al cestello con le pommes frites al Poulet Bourg.

Che roba è? Niente di complicato. Vai lì, ti siedi, ti portano un cestello di vimini, con un foglio di carta cerata dentro, e nel foglio, mezzo pollastro arrosto. Fin qui tutto normale. Ma l’ex ruspante e cosparso di una salsina meravigliosa, una specie di brodetto giallognolo dal sapore divino. Un nettare che come la Settimana enigmistica vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Tentativi, appunto perché nessuno era mai riuscito ad imitarlo.

Fino ad oggi.

Ora il sito cucina.liCollegamento esterno pretende di aver svelato il mistero. E secondo chi ha provato la ricetta c’è pure riuscito.

Sacrilegio!

Gli italiani, che già hanno la pizza, gli spaghetti, la piadina, la pasta con le sarde e la bottarga ci usurpano pure il pollo al cestello? Dove andremo a finire?

No, questo è inaccettabile. Il Consiglio federale deve intervenire. Tra poco direte che l’Aromat l’avete inventato voi. Ci costringerete a mangiare cioccolato Novi, e vi metterete a fabbricare orologi. Meglio la morte. Non di fame, però.

Gino Ceschina

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Illustrazione di Corrado Mordasini

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