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Le operaie italiane e la fabbrica di cioccolato

Operaia con camice e cappuccio bianchi china su un vassoio mentre crea praline col sac à poche, immagine b/n
RTS-SWI

I racconti delle ex-operaie italiane di una fabbrica di cioccolato a Neuchâtel hanno dato vita a uno studio dell'Università di Ginevra. Di imminente pubblicazione, si intitola 'Suchard, un gigante dalle mani migranti' ed è l'occasione per rievocare una storia nella quale il successo industriale si intreccia con l'emigrazione e l'emancipazione.

Quella del cioccolato è una produzione migrante di per sé. Come osserva lo storico Toni Ricciardi, il cacao viene da lontano, e i macchinari e le competenze per lavorarlo sono anch’essi beni di scambio.

Questa, però, è soprattutto una storia di migrazione femminile, che è stata finora meno indagata rispetto a quella dei padri, dei fratelli, dei mariti.

Di donne appena adulte, provenienti perlopiù da realtà contadine, che a fine anni ’50, inizio 60′ (quando le svizzere non avevano neppure diritto di voto) trovano nei laboratori della Suchard opportunità di guadagno, riconoscimento, formazione professionale.

In fabbrica -spiega la sociologa Irene Pellegrini- sono trattate in modo paritario rispetto agli uomini, cosa che non avveniva all’esterno, per esempio nelle famiglie d’origine, dove i fratelli maschi avevano la precedenza nello studio.

Copie di una rivista intitolata Nous et notre travail disposte su un tavolo; in primo piano, una mano (sfocata) ne sfoglai una
Tracce della vera e propria comunità che si formò attorno agli stabilimenti di Serrières, su una copia del mensile “Nous et notre travail”. RTS-SWI

È la strategia aziendale di Suchard, un’impresa fondata nel 1826 che per consolidare il senso di appartenenza delle operaie -in un’epoca nella quale la richiesta di manodopera supera l’offerta- fa costruire un asilo per i loro figli e dedica loro una rivista mensile (“Nous et notre travail”`, con una rubrica in italiano dal 1964).

E così, la fabbrica detta anche lo sviluppo di Serrières, quartiere di Neuchâtel nel quale rimangono oggi (oltre agli edifici industriali di proprietà di una multinazionale) le tracce di quella che fu una vera e propria comunità.

Nel filmato, le testimonianze dirette di tre ex-operaie (Cira, Lucia e Maria Teresa) e il commento degli autori dello studio Ricciardi, Pellegrini e il sociologo Sandro Cattacin.

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L’approfondimento sulla ricerca ‘Suchard, un gigante dalle mani migranti. Storia delle donne italiane nell’industria del cioccolato’ è stato trasmesso da ‘Il Quotidiano’, nell’edizione di mercoledì 12 dicembre.

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