Quando c’era… il velosolex
Oggi ci sono le e-bike, un tempo c'era il velosolex. Prodotto a partire dagli anni '40, il suo successo durò fino all'inizio degli anni '70. Ancora oggi, però, ci sono degli appassionati che lo utilizzano, come il ticinese Remo Gemetti, che incontriamo in questo servizio.
Che cos’è il velosolex? Non molti, oramai, sanno rispondere. Eppure, nel primo dopoguerra questo mezzo di trasporto era l’ultimo grido della tecnologia.
Soggetti smarriti Collegamento esternoè una trasmissione radiofonica della radiotelevisione svizzera che ricorda i personaggi illustri, i concetti di moda e gli oggetti famosi (o meno) di cui si sono perse le tracce. Alcuni dei temi trattati, qui riproposti, sono stati adattati per la televisione e trasmessi da “Il Quotidiano”.
Si tratta di una bicicletta sul cui manubrio è montato un piccolo motore. Questo fa girare un rullo e può essere abbassato così che entri in contatto con la ruota anteriore. È, insomma, una “bicicletta che viaggia da sola”, come recitava lo slogan.
L’originale, di produzione francese, è stato fabbricato fino al 1988, ma già negli anni ’70 le sue vendite calarono considerevolmente anche a causa della concorrenza dei primi motorini della Piaggio, come Ciao o Boxer.
Gli anni ’50 e ’60 però sono stati d’oro per il velosolex che appare in moltissimi film dell’epoca. Tante sono le celebrità associate a questo veicolo. Steve McQueen, Catherine Deneuve, ma soprattutto Brigitte Bardot, che fece la sua prima apparizione cinematografica nel 1952 proprio in sella a uno di questi mitici mezzi.
Oggi è raro incrociare un velosolex sulle strade. Può capitare a Bellinzona, dove molto probabilmente al manubrio si trova Remo Gemetti, collezionista e appassionato di velosolex.
Altrimenti, in luglio, li si può vedere “sfrecciare” durante la gara che si svolge ogni anno a Plateau de DiesseCollegamento esterno, nel canton Berna.
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