L'obbligo di dispositivi antiabbandono è diventato legge in Italia a inizio novembre. Una regola che vale solo per i domiciliati e non per i turisti e visitatori occasionale. Ma come funzionano questi apparecchi?
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Alessandra Spataro, RSIonline
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Un genitore non può dimenticare il proprio figlio. E invece sì, può succedere. La cronaca degli ultimi anni ci ha raccontato di padri e madri disperati dopo essersi accorti di aver lasciato il proprio bimbo solo in auto, magari in una giornata di sole, ritrovato poi morto attaccato alle cinture del seggiolino. In Ticino è successo quattro anni faCollegamento esterno, in un campeggio di Muzzano.
Dati statistici parlano di 600 casi simili avvenuti negli ultimi 20 anni nel mondo. In Svizzera si contano sulle dita di una mano. Negli Stati Uniti, secondo il National Safety CouncilCollegamento esterno, sono stati 53 i casi mortali nel 2018. In Italia (dati Il Sole 24 Ore), otto in 20 anni.
Proprio l’Italia, dal 7 novembre scorso, si è dotata di una legge che impone per i bimbi di età inferiore ai quattro anni di possedere un dispositivo antiabbandono da inserire nei seggiolini delle auto. La norma prevede multe (dal 6 marzo del prossimo anno) sino a 326 euro e la perdita di cinque punti sulla patente, valide solo per i domiciliati.
In vendita ci sono diversi apparecchi, che nel frattempo, tra l’altro, sono andati a ruba. Ci siamo fatti spiegare il funzionamento di uno di questi: si chiama Remmy ed è stato il primo disponibile a livello mondiale.
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