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Dieci anni fa l'arresto di Gheddafi a Ginevra

RSI-SWI

Dieci anni fa furono arrestati a Ginevra Hannibal Gheddafi e la moglie Aline Skaf. L'episodio scatenò una crisi diplomatica senza precedenti per la Svizzera, rievocata da alcuni protagonisti in questo servizio della RSI.

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 luglio 2018
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 14.07.2018)

15 luglio 2008. La polizia ginevrina irrompe in una camera d'albergo per prelevare il figlio del dittatore libico Mu'ammar Gheddafi, Hannibal, e sua moglie. Sono accusati di maltrattamenti verso due loro domestici, che li hanno denunciati tre giorni prima.

Al President Wilson, dove alloggiano in attesa di far nascere il loro figlio, le grida dei domestici e i segni di maltrattamenti hanno in effetti attirato l'attenzione del personale. Le autorità decidono di intervenire.

Una crisi lunga due anni

Oltre che tra la Svizzera e la Libia, la vicenda creò forti tensioni fra la città di Ginevra e la Berna federale. Fu anche una battaglia politica e sfociò in momenti drammatici per due imprenditori elvetici tenuti ostaggio per quasi due anni in Libia.  

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Nell'approfondimento [video sopra], il racconto di: Laurent Moutinot, allora membro del governo del canton Ginevra, che chiese a Berna se ci fosse un'eventuale immunità diplomatica a impedire l'arresto; Micheline Calmy-Rey, ministra federale che rispose di no, ma raccomandò di fare attenzione.

Il parlamentare federale Yves Nidenegger ricorda come Gheddafi e la moglie furono "umiliati pubblicamente" per poi non essere neppure processati.

In effetti per risolvere la crisi degli ostaggi si tentò l'abbandono del procedimento con scuse ufficiali alla Libia, presentate nell'agosto 2009. Ma è solo nel 2010 che la Svizzera la spuntò, sfruttando la possibilità di precludere a cittadini libici l'entrata nello spazio Schengen. Così, colpì Tripoli e ottenne al contempo l'appoggio dell'Ue per risolvere la crisi.

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