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Partecipazione „svizzera“ alle elezioni regionali italiane

Urne semivuote in Emilia Romagna ansa

di Gino Ceschina

Ha vinto il PD, come previsto, e come puntualmente twittato da Renzi (“2 a 0 per noi”). Ma in questa mini-tornata elettorale italiana le notizie sono altre due: il successo leghista in Emilia Romagna, con il Carroccio che si attesta attorno al 20% surclassando Forza Italia e proponendosi a questo punto come vero antagonista del PD, e le dimensioni dell’astensionismo.

Che avrebbero votato in pochi lo si sapeva, ma nessuno aveva previsto che sarebbero stati così pochi: 44% in Calabria e –soprattutto- 38% in Emilia Romagna.

Sono percentuali che sarebbero basse perfino in Svizzera, uno dei paesi con la partecipazione al voto più scarsa d’Europa. Per fare un esempio, delle ultime quattro elezioni nazionali (che in Svizzera si chiamano “federali”) soltanto in un’occasione, l’ultima, nel 2011, la partecipazione ha superato la soglia psicologica del 50%.

Un dato decisamente negativo, specie per un paese in cui la democrazia diretta ed i diritti popolari sono ritenuti irrinunciabili e indispensabili alla coesione nazionale.

In Svizzera dunque con la bassa partecipazione si ha una certa esperienza e la spiegazione che ne danno i politologi è legata a due particolarità della politica svizzera.

Primo: le frequenti votazioni popolari su leggi, iniziative o referendum, che creerebbero una sorta di “disaffezione al voto”, voto che viene quasi dato per scontato.

Secondo: il fatto che, nelle elezioni, il cittadino avrebbe l’impressione di non incidere molto.

Questo secondo aspetto è legato al sistema di governo, che si basa sulla concordanza. In pratica governano –insieme- i partiti più importanti. Ad esempio attualmente, al governo, ci sono: due consiglieri federali socialisti, due liberali, una popolare-democratica, un democristiano, ed una borghese democratica.

Chiaramente non comportando il voto una scelta netta fra due o più schieramenti o coalizioni di cui uno governa e gli altri fanno opposizione, il cittadino può avere l’impressione che il suo voto non sia particolarmente incisivo.

Anche in questo caso però il sistema italiano è diverso, ed il voto incide direttamente su chi va al governo.

Come spiegare allora quanto successo in Emilia Romagna? Forse in questo caso l’impressione di un voto inutile, che serve a poco, non è legata al sistema di governo, ma proprio alla politica stessa. Gli italiani sembrano aver sviluppato una sorta di repulsione alla politica ed ai politici. Al punto che molti di loro se ne disinteressano proprio. Ed in effetti stando alle dichiarazioni raccolte per le strade dalla stampa, molti cittadini, specialmente in Emilia Romagna, nemmeno sapevano che ieri si votava.

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