La televisione svizzera per l’Italia

La grande (tele)abbuffata

Federico, il vincitore della terza edizione di Masterchef ansa

di Massimo Donelli

Cotto e mangiatoCollegamento esterno, MasterchefCollegamento esterno, Masterchef JuniorCollegamento esterno, Hell’s KitchenCollegamento esterno, Cortesie per gli ospitiCollegamento esterno, Fuori menùCollegamento esterno, Cucine da incuboCollegamento esterno, Cuochi e fiammeCollegamento esterno, Nigella KitchenCollegamento esterno, Cucina con AleCollegamento esterno, The ChefCollegamento esterno, GustoCollegamento esterno, Il boss delle torteCollegamento esterno, HollyfoodCollegamento esterno, I menù di BenedettaCollegamento esterno, Molto BeneCollegamento esterno, Bake off ItaliaCollegamento esterno, Il re del cioccolatoCollegamento esterno, Summer cookingCollegamento esterno, Cucina con BuddyCollegamento esterno, Finger Food FactoryCollegamento esterno, Top chef: MastersCollegamento esterno, La prova del cuocoCollegamento esterno, Occhio alla spesaCollegamento esterno, MelaverdeCollegamento esterno

Gli italiani hanno la pancia vuota di cibo reale e la testa pienissima di cibo virtuale. Anzi, di telecibo.

Una (tele)abbuffata di programmi fatti in casa, adattati da format stranieri o, semplicemente, doppiati (se non, addirittura, sottotitolati) da rischiare l’indigestione.

Una nuova generazione di teledivi nati e cresciuti nelle cucine dei ristoranti di tutto il mondo che, ormai, rubano anche la scena pubblicitaria alle grandi star della tv commerciale e del servizio pubblico.

Bruno BarbieriCollegamento esterno, Lidia BastianichCollegamento esterno, Joe BastianichCollegamento esterno, Alessandro BorgheseCollegamento esterno, Carlo CraccoCollegamento esterno, Filippo LamantiaCollegamento esterno, Davide OldaniCollegamento esterno, Gordon RamsayCollegamento esterno, Simone RugiatiCollegamento esterno, Gianfranco VissaniCollegamento esterno, per citarne solo alcuni, sono ormai corteggiati come i calciatori e venerati come l’oracolo di DelfiCollegamento esterno.

Non basta.

Gli italiani – rapiti, estasiati – hanno imparato sostantivi come impiattamentoCollegamento esterno, caramellaturaCollegamento esterno, riduzioneCollegamento esterno, coppapastaCollegamento esterno senza conoscere i quali avevano campato (e mangiato), benissimo, fino a ieri.

E, non sazi (è proprio il caso di dirlo…), forse sentendosi un po’ a disagio di fronte a cotanta scienza culinaria, hanno dato l’assalto a edicole, librerie e siti web per saperne di più, recuperare ricette, partecipare in qualche modo a quest’orgia di telemanicaretti.

Così, la divisione tricolore della casa editrice americana Condé NastCollegamento esterno ha da poco acquistato, per rilanciarlo, lo storico mensile La cucina italianaCollegamento esterno. I ricettari di Benedetta ParodiCollegamento esterno scalano le classifiche dei best seller. E GiallozafferanoCollegamento esterno è il sito più frequentato.

Nessuno parla più di diete (semmai di alimentazione sana…), mentre il nuovissimo store milanese di EatalyCollegamento esterno, brand dell’italianità enogastronomica nel mondo, è presidiato da body-guard: nei fine settimana regolano la coda (sì, avete letto bene: la coda!) di gente in fila per acquistare un formaggio d’alpeggio, il più bio che ci sia, mi raccomando.

E sull’onda dell’EXPO 2015Collegamento esterno che ha come sottotitolo Nutrire il pianeta, Energia per la vita, c’è chi è al lavoro per regalare a Milano un nuovo primato: dopo quella della modaCollegamento esterno e del mobileCollegamento esterno, si sta già pensando a una maxifiera del cibo che oscurerebbe il Salone del gustoCollegamento esterno di Torino inventato da Carlin PetriniCollegamento esterno, il papà di SlowfoodCollegamento esterno.

Proprio vero: l’appetito vien mangiando…

Massimo Donelli

massimo.donelli@usi.ch

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