‘Stop alla violenza’ anche in ostetricia
Anche durante il parto si possono subire atti di violenza. A denunciarlo, nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, è l'associazione 'Roses revolution', che lancia un'azione sui social e riporta un recente studio della Scuola universitaria professionale del canton Berna, secondo cui una donna su quattro in Svizzera ha subito misure coercitive mentre dava alla luce un figlio.
Ma cosa significa? “Per misura coercitiva si intende quando il personale di cura esercita una pressione sulla donna affinché acconsenta a un trattamento”, spiega il docente della scuola Stephan Oelhafen. “Le donne che hanno partecipato al nostro studio si sono spesso sentite manipolate, non comprese, o ignorate”.
E non è solo questione di aver poco tempo per riflettere o ricevere poche informazioni: si parla persino di interventi eseguiti senza consenso.
“Voler far bene può anche danneggiare un po’ un’altra parte dell’anima della donna sotto parto”, riconosce Luigi Raio, viceprimario di ostetricia all’Inselspital di Berna. “La gravidanza e il parto sono una fase talmente vulnerabile nella vita di una donna, talmente importante [..] che dobbiamo tener conto di questa realtà che ci viene dimostrata con questo tipo di studio”.
In altre parole, bisognerà selezionare le cure a disposizione, evitando interventi non capiti e superflui e, se possibile, demedicalizzando il parto.
“Per questo abbiamo iniziato per esempio da noi qualche anno fa a introdurre i parti solo con la levatrice per le gravidanze che andavano bene, in cui ci si aspettava un parto senza complicazioni”, dice Monya Todesco Bernasconi, primaria di ostetricia all’Ospedale cantonale di Aarau.
Ospedale nel quale, dopo ogni parto, il personale si scambia le esperienze e nel caso di un evento potenzialmente traumatizzante propone sempre alla donna di parlarne, anche a distanza di tempo.
Nel servizio RSI, le intervista integrali a Raio e Todesco Bernasconi.
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 25.11.2020)
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.