Nonni a tempo pieno: è giusto?

Sempre più spesso, ai nonni si chiede di sostituire i genitori che lavorano. Sono ormai indispensabili per l'economia di molte famiglie. Ma è giusto fare tutto questo affidamento su di loro?
Vivono più a lungo e sono più sollecitati rispetto alla generazione precedente. Perché spesso, oggi, i giovani genitori lavorano entrambi e i nonni si ritrovano a sostituirli quasi a tempo pieno.
I nonni hanno sempre trasmesso esperienza e valori, ma ora sono caricati di altre responsabilità. Così non è raro che in famiglia emergano divergenze o conflitti.
Il loro contributo, peraltro, non è solo immateriale: è stimato che il loro lavoro di baby-sitting equivale a 2 miliardi di franchi l’anno.
Senza contare le rinunce che l’impegno di nonni può comportare. Compresa l’aspirazione, sempre meno rara, a restare nel mondo del lavoro.
Pensione? No, grazie!
Jean-Jacques ha fatto l’autista tutta la vita e di smettere di guidare non ha nessuna voglia. Così a 67 anni, una decina di giorni al mese, si mette al volante e porta in giro per la Svizzera delle comitive di turisti.
Danielle ha sempre lavorato nella ristorazione; un’attività faticosa, eppure a 74 anni non ha alcuna intenzione di ritirarsi.
Per loro, come per molte altre persone della loro età, continuare a lavorare è un piacere, un modo di mantenere dei rapporti sociali, di arrotondare le entrate e di dare un senso alla vita.
I documentari ‘AAA Nonni cercasi’ di Francesca Luvini, e ‘Pensione? No grazie!’, di Pierre Bavaud, sono stati trasmessi dalla Radiotelevisione svizzeraCollegamento esterno RSI nel settimanale FalòCollegamento esterno. Ospite in studio Vittoria Cesari Lusso, Professoressa di psicologia e saggista.

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