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Scandalo del Rolex, Lupi: "lascio a testa alta"

Il ministro dei Trasporti spiega in aula che non è indagato e sul regalo di Perotti al figlio dice: "Io l'avrei rifiutato". I passaggi principali dell'intervento in Aula.

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 marzo 2015

A fronte di tanto materiale investigativo i pubblici ministeri non hanno ravvisato nulla nella mia condotta che potesse essere perseguito, ha detto in parlamento il ministro Maurizio Lupi, dimessosi in seguito allo scandalo sulle Grandi opere.

Il ministro dei trasporti ha detto di lasciare il dicastero dei trasporti "a testa alta", lamentando l'aggressione mediatica che lo ha coinvolto indirettamente. In proposito l'esponente alfaniano ha riferito dei rapporti tra suo figlio e i due personaggi, Ercole Incalza e Stefano Perotti, finiti in manette nell'ambito dell'inchiesta sui presunti favori ai lavori pubblici.

Nel video che segue il ministro dimissionario spiega in Aula l'origine del regalo, un Rolex da "3'500 euro" (altre fonti parlano di un valore superiore ai 10'000 euro), ricevuto dal figlio da parte dei coniugi Perotti per la sua laurea. Maurizio Lupi ha anche ringraziato il premier Matteo Renzi che non lo avrebbe costretto alle dimissioni, rimettendosi alla sua valutazione personale.

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