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Così nacquero le prime Comunità europee

«L'Europa non si farà di colpo, né in una costruzione d'insieme, ma attraverso realizzazioni concrete, che creino anzitutto una solidarietà di fatto.»

Robert Schuman, ministro degli esteri francese tra il 1948 e il ‘53, è il politico che per primo –in un discorso ufficiale- nominò l’Europa come insieme di Paesi collaborativi sul piano economico. Era il maggio del 1950. Auspicava in particolare che Francia e Germania superassero una storica rivalità, ma che anche i vicini mettessero in comune le riserve e la produzione di carbone e acciaio, affidandone il controllo a un’alta autorità. Nasce così la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, di cui faranno parte Francia, Germania federale, Belgio, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Con un trattato firmato a Parigi nell’aprile del ‘51, i sei Paesi si impegnano a cooperare per 50 anni. La CECA è un passo significativo non solo perché istituisce un mercato comune (niente più dazi e restrizioni doganali su carbone e acciaio, tra i Paesi aderenti) ma in quanto autorità sovranazionale, al di sopra dei governi.

Mentre si sblocca il mercato del carbone e dell’acciaio, fallisce il trattato per una Comunità Europea di Difesa. Del resto è ancora un’Europa a sei, e il Regno Unito –che non fa parte del sestetto, e che già dal ‘48 ha un suo trattato di cooperazione militare con Francia e Benelux- osteggia il nuovo progetto. La morte di Stalin attenua la tensione con il blocco sovietico, e per di più la Francia non riesce a ratificare il Trattato, stroncando sul nascere non solo la Comunità di difesa ma pure la Comunità Politica Europea, che avrebbe istituito un esecutivo, un parlamento bicamerale e una corte di giustizia sovranazionali. 

Se è troppo presto per una comunità politica, non lo è per sviluppare un mercato comune. Nel 1955, con una conferenza a Messina, i sei Paesi fissano una tabella di marcia, per poi trovarsi a Roma nel ‘57 a firmare i noti Trattati. Oltre alla Comunità dell’energia atomica, che veglia perché ne sia fatto un uso pacifico e coordina la ricerca, nasce qui la più importante delle comunità, il primo pilastro della futura Unione, la Comunità Economica Europea.

Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, cominciano quindi a sviluppare politiche congiunte in agricoltura, trasporti, lavoro. Vanno verso un libero movimento dei lavoratori stessi, dei beni e dei capitali. Con l’idea che l’Europa, un giorno, potrà diventare unione anche politica. 


* da ‘Hula Hoop’, Radiotelevisione svizzera RSI – Rete Uno, 2012

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