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Milano la capitale migliore

Skyline di Milano, con vista sulle Alpi
"Solo Milano sfrutta il grandioso potenziale creativo presente in Italia". Keystone / Luca Bruno

Spesso derisa come brutta e nebbiosa, Milano, capitale economica, è oggi considerata la città più vivibile d'Italia. Vince il duello con Roma, capitale politica, con superiorità.

Quando la nebbia si posa su Milano, fredda e umida, e stempera tutti i sensi, il sud è decisamente molto lontano. In inverno ci sono giorni in cui è difficile vedere da una riva all’altra del Naviglio Grande anche se il canale è largo pochi metri. Per non parlare delle Alpi che con il bel tempo sono abbastanza vicine da poterle toccare. Atterrare a Milano Linate, l’aeroporto cittadino, è come entrare nel grigiore. Anche la “Madonnina”, che veglia dalla cima del Duomo, dominando la città, per buona parte dell’anno scompare nella nebbia. Milano è così completamente da sola, lassù nel nord Italia, chiusa nel suo mondo.

Ci sono italiani che sostengono che Milano non è Italia. L’Italia, che ama il barocco e il caos, inizia solo dopo il Po. Altri dicono di Milano che è un mix di nord e sud, una città che mostra agli italiani quello che sarebbe possibile fare se solo lo volessero. Sempre un passo avanti, sempre all’avanguardia, in tutto. La locomotiva del Paese: dinamica, rigorosa, severa anche con se stessa, quasi protestante (e che la Madonnina non senta quest’eresia…). Solo Milano sfrutta il grandioso potenziale creativo presente Italia. Una città sensibile a tutto ciò che è bello e buono, e capace anche di arricchirsi grazie a questo.

Una piccola consolazione

Nella parte meridionale del paese, la gente sino ad oggi si consolava con il clima migliore, con il sole, qua e là anche con il mare. Negli stadi di calcio italiani da Firenze in giù, le due squadre di Milano e i loro accompagnatori venivano accolti con un coro: “Solo la nebbia, c’avete solo la nebbia”. È uno dei pochi cori simpatici che risuonano nelle arene del Calcio altrimenti abituate a ben altri cori. A sud amano anche dire che Milano non è bella, non in senso classico, così come lo sono le città d’arte: Venezia, Firenze, Roma. E la città non è neppure appassionata e piena di vita come Napoli e Palermo.

“Solo la nebbia, c’avete solo la nebbia”

Tutto vero, ma si tratta di una magra consolazione. Ora Milano si è presa un altro primato, a lungo impensabile. Il quotidiano “Il Sole 24 Ore” l’ha definita la città italiana con la più alta qualità di vita. Si tratta della prima volta da quando si stila questa classifica, ovvero da 29 anni. Davanti a Bolzano e Aosta. Come si sa, il valore di queste classifiche lascia sempre il tempo che trova. Naturalmente, la qualità della vita delle persone dipende non poco dal fatto che abbiano abbastanza soldi per partecipare a tutte le grandi cose che la loro città offre. 

Ma “Il Sole 24 Ore”, un rispettabile quotidiano economico, con il suo studio entra nei dettagli. Il giornale considera 42 indicatori, suddivisi in 6 grandi aree tematiche: benessere e consumo, affari e lavoro, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, demografia e società, cultura e tempo libero. Milano non vince in tutti i settori, per esempio non sarà mai la prima nell’ambiente: quando nebbia e gas di scarico si mescolano per formare un denso smog, il traffico viene fermato per giorni interi e la qualità dell’aria è pessima. Ma per il resto?

Altezze poco italiane

Milano si è reinventata negli ultimi decenni, la si può vedere da lontano. Ha uno skyline nuovo, massiccio e alto, molto poco italiano, un nuovo volto. Le torri di vetro e acciaio dei quartieri di City Life e Porta Nuova sono un inno alla modernità, e sono solo l’inizio. Coinvolti diverse Archistar che hanno richiamato investitori dall’Oriente: anche perché durante la lunga crisi economica non c’erano capitali italiani sufficienti per le grandi opere. Bosco Verticale, il complesso di grattacieli completamente immerso nel verde dell’architetto italiano Stefano Boeri nei pressi della stazione di Porta Garibaldi, è diventato un simbolo del nuovo inizio.

 “Tutto ciò che Roma può fare, la rivale al nord lo può fare meglio”

Al centro del futuro

Mentre le belle e classiche città italiane ancora sguazzano stancamente nel loro antico splendore e si lasciano ammirare dalle masse di turisti, Milano costruisce nuovi quartieri, nuove linee metropolitane, trasforma fabbriche abbandonate in centri culturali e ristoranti, e sta anche ristrutturando il vecchio sistema di canali dei Navigli, rendendoli di nuovo percorribili.

Roma e Milano, “le due capitali d’Italia”, come vengono anche chiamate, la capitale politica ed economica del Paese, si stanno allontanando sempre più. Tutto ciò che Roma può fare, la rivale al nord lo può fare meglio. Tranne, ovviamente, il passato. Milano era un tempo una città industriale, ora è il centro della moda italiana, delle banche, dei media, del design e delle start-up. Il futuro. Nelle università milanesi molti giovani di tutto il mondo studiano insieme ai giovani italiani, mentre il resto del Paese ha un problema con la “fuga dei cervelli”, come qui chiamano la partenza dei talenti.

Quasi il venti per cento della popolazione milanese è straniera, il doppio della media nazionale. Integrarsi in città è facile. In nessun altro luogo in Italia è più facile per gli stranieri costruire mezzi di sostentamento e avere successo che a Milano. E se non ce la fanno, decine di migliaia di volontari si prendono cura di loro.

Milano ha vinto la scommessa

E sì, perché la metropoli lombarda non è solo ricca e snob, ma è anche la capitale del volontariato. Milano è governata da un ex manager. Il sindaco Giuseppe Sala ha diretto Expo 2015, l’esposizione universale. Era una scommessa e Milano l’ha vinta. Il socialdemocratico Sala è oggi il sindaco più popolare in Italia, un amministratore competente e sobrio.

Recentemente il quotidiano romano “La Repubblica” ha scritto: “Milano non è un paradiso, è parte dell’Italia. Ma se vogliamo ricominciare da capo, da qualche parte dobbiamo cominciare, e Milano è un buon posto per questo”. Miglior elogio non poteva esserci, e da Roma perdipiù. Non dicevano che a Milano c’è solo la nebbia?

+ L’articolo originale apparso sul Tages Anzeiger in tedescoCollegamento esterno

Tradotto dal tedesco da Riccardo Franciolli

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