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Margherita Palli, la maestra degli allestimenti scenici

La scenografa svizzera torna nei prossimi giorni con due appuntamenti a Milano: la ricostruzione del set cinematografico dell’Enrico IV di Pirandello disegnato da Gio Ponti e un’installazione di Paolo Sorrentino per il Salone del Mobile.

Margherita Palli è una scenografa svizzera con più di quarant’anni di carriera, iniziata con la lunga collaborazione con il regista Luca Ronconi per il quale ha realizzato le scenografie di più di 60 spettacoli in Italia e nel mondo, dalla Biennale di Venezia al Piccolo Teatro di Milano, dalla Scala al Teatro di Roma.

Insignita di moltissimi premi, tra cui sei volte il Premio UBU, oltre che per Ronconi, Margherita Palli ha progettato scenografie per i registi Liliana Cavani, Mario Martone, Alexander Sokurov e per i coreografi Yang Jiang e Daniel Ezralow.

A Milano nei prossimi giorni sono previsti due appuntamenti “creati” da Margherita Palli. Il primo è un’installazione che ricostruisce la scena mai realizzata del set cinematografico dell’Enrico IV di Luigi Pirandello disegnato da Gio Ponti. S’intitola Gio Ponti e il Teatro. Dallo storyboard cinematografico alla costruzione della scena ed è l’evento che il pubblico potrà scoprire dal 4 al 9 aprile 2025 nel nuovo Set Design Lab della sede milanese della Naba, la Nuova Accademia delle Belle Arti.

Si tratta della prima ricostruzione di una scena mai realizzata, ripresa proprio dallo storico storyboard di un adattamento cinematografico dell’opera teatrale dell’Enrico IV di Pirandello. Le scenografie sono realizzate dagli studenti del Triennio in Scenografia con la guida proprio della Palli, famosa scenografa e NABA Set Design Area Advisor.

Il secondo appuntamento con Margherita Palli sarà al Salone del Mobile di Milano, in programma dall’8 al 13 aprile. Il premio Oscar Paolo Sorrentino ha scelto di affidarsi al contributo della scenografa per firmare un’installazione dedicata a un sentimento universale: l’attesa, un viaggio che stordisce e ipnotizza. Sarà uno spazio atemporale, un ponte invisibile tra presente e futuro, in cui il desiderio si intreccia con il timore di incontrare il destino. Un vuoto da riempire o un’opportunità da accogliere. Fedele allo sguardo visionario di Sorrentino, La dolce attesa – allestita all’ingresso dei padiglioni 22- 24 – si annuncia come una metafora dell’esistenza; offrirà l’opportunità di fermarsi ad ascoltare il proprio respiro per ritrovare la bellezza nel tempo che scorre lento, insegnandoci il valore della pazienza. Una metafora del vivere, in cui tutto è sospeso ma, ancora paradossalmente, tutto accade.

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