Laura Gonzenbach, la giovane elvetica salvatrice della cultura popolare siciliana

Nella Messina dell’Ottocento, un’immigrata di seconda generazione salva il patrimonio culturale e folcloristico siciliano e dà voce alle donne delle classi popolari.
Nel cuore della Messina dell’Ottocento, vibrante porto del Mediterraneo e crocevia di commerci e culture, vissero due figure straordinarie, Magdalena e Laura Gonzenbach, sorelle di origini svizzere che lasciarono, in campi diversi, un’impronta profonda nella cultura siciliana, italiana ed europea divenendo a posteriori delle vere e proprie pioniere dell’emancipazione femminile in un’epoca in cui le donne avevano poche possibilità di esprimersi.
La famiglia dei Gonzenbach, proveniente da San Gallo, faceva parte di quella borghesia colta e benestante che nel XIX secolo contribuì alla crescita economica e culturale di Messina. Visse e conobbe una città fiorente nella quale risiedevano diverse comunità straniere e uomini d’affari svizzeri, tedeschi, francesi, inglesi.
Il padre, Peter Viktor Gonzenbach, abile e illustre uomo d’affari, fu per quarant’anni Console della Confederazione Elvetica nella città dello Stretto. La madre, Julie Aders, di rispettabile famiglia tedesca, morì molto prematuramente e così toccò a Magdalena prendersi cura della sorella Laura sin da quando aveva cinque anni.
>>> L’intervista a Giuseppina di Bella, dell’Associazione culturale Terremoti di carta:
Le sorelle Gonzenbach: due pioniere dell’emancipazione femminile
Magdalena e Laura crebbero in un ambiente multilingue e cosmopolita, ricevendo un’istruzione molto avanzata per l’epoca. Magdalena Gonzenbach, fu una figura di spicco e di rottura nella storia messinese. Stimata pedagogista, fondò nel 1874 l’Istituto scolastico Gonzenbach, il primo istituto privato di educazione femminile nella città. Supportò la causa delle suffragette ed ebbe l’opportunità di collaborare con delle riviste filo-progressiste impegnate per l’emancipazione della donna.
Laura Gonzenbach parlava fluentemente tedesco, italiano, francese e siciliano, frequentava salotti e circoli culturali tedeschi, prendeva lezioni di piano e di canto, leggeva i classici latini e tedeschi.
Sollecitata dal teologo e storico tedesco Otto Hartwig, tra la fine del 1867 e il 1868, Laura Gonzenbach compie la sua opera di raccolta di fiabe, narrazioni, racconti di persone delle classi popolari, del mondo siciliano povero, non istruito. Le sue protagoniste e le sue cantastorie sono quasi tutte delle donne messinesi e della Sicilia ionica. Raccoglie e trascrive accuratamente storie di contadine, di domestiche, di operaie, di artigiane, di levatrici. Novelle realistiche, poco edulcorate, che narrano di abusi e di violenze subite dalle donne e che mostrano senza filtri una prospettiva femminile del vivere di quell’epoca. Laura Gonzenbach dà voce a donne audaci che spesso esprimono un forte spirito di autonomia e di ribellione alla cultura “predatoria” maschile.
La sua è un’opera monumentale, di enorme importanza storico-letteraria che offre un’immagine viva del folclore siciliano e dell’universo narrativo femminile.
Quel mondo sommerso, che sino a quel momento veniva tramandato solo oralmente, trovò spazio in una antologia di oltre 90 fiabe racchiuse nell’opera, scritta in tedesco, Sizilianische Märchen (fiabe siciliane) pubblicata nel 1870 in due volumi a Lipsia dalla casa editrice Engelmann.
Questa pubblicazione precede di un quinquennio la prima raccolta a stampa di fiabe, novelle e racconti popolari siciliani di Giuseppe Pitré storicamente considerato uno dei maggiori studiosi etnologi nonché pioniere delle tradizioni popolari e del folclore siciliano.
Il terremoto del 1908
L’epoca di prosperità di Messina ebbe fine con il terribile terremoto del 1908 che distrusse gran parte della città e cancellò di colpo molte tracce del passato contribuendo alla morte e alla fuga dei sopravvissuti, incluse le comunità di stranieri, e determinando l’obblio della loro storia.
Si perdono così le tracce e la memoria dell’Istituto Gonzenbach, dei luoghi vissuti dalle due sorelle e dei manoscritti originali delle fiabe siciliane raccolte e trascritte da Laura Gonzenbach.
>>> A Messina esiste ancora una testimonianza della solidarietà manifestata dalla Svizzera dopo il terremoto che distrusse la citt`à:

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Quel terribile terremoto ha rischiato di cancellare l’opera di Laura Gonzenbach che solo recentemente è stata riscoperta e rivalutata. Oggi la Gonzenbach è riconosciuta come una delle prime grandi etnologhe siciliane e raccoglitrice di fiabe popolari italiane: la testimone al femminile della tradizione orale della Sicilia. La sua opera, con il titolo “Fiabe siciliane”, viene tradotta e pubblicata in italiano nel 1999 dall’editore Donzelli, grazie alla traduzione condotta sul testo originale da Luisa Rubini con la rilettura di Vincenzo Consolo.
Un patrimonio unico, rilevante che ha consentito di salvare e conservare la memoria del racconto orale e del patrimonio folkloristico e culturale siciliano e attraverso il quale Laura, prima donna scrittrice della sua epoca, è riuscita ad influenzare alcuni tra i più importanti protagonisti della letteratura italiana ed europea come Giovanni Verga, Luigi Capuana e Italo Calvino che in “Fiabe italiane” del 1996 scrive tre storie riconducibili alla Gonzenbach.

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