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Il sogno di un treno che colleghi Zurigo a Venezia passando attraverso le Dolomiti

Il Glacier Express
Il Glacier Express collega oggi Saint Moritz a Zermatt in Vallese. KEYSTONE/Martin Ruetschi

Il cuore dell'Europa alpina interconnesso da treni, da Nord e Sud e da Est a Ovest, fino alle valli più remote per svuotare le strade dai mezzi a motore, contenere l'inquinamento dell'ambiente e migliorare la vita di tutti, di chi vive nelle terre alte come dei turisti. Per molti è un sogno, ma c'è chi fa la sua piccola parte tirando in quella direzione. E, passo dopo passo, qualche risultato arriva.

È la storia di Massimo Girardi, che da Pozza di Fassa, in Trentino, vent’anni fa ha fondato l’associazione Transdolomites, con la quale realizza studi, convegni e progetti per promuovere la mobilità sostenibile sulle Alpi trentine, in particolare quella su rotaia.

Fin dall’inizio della propria attività, l’associazione ha preso come modello il sistema di trasporti della Confederazione elvetica, sia per l’efficienza e capillarità delle ferrovie, sia per l’interconnessione con il trasporto a fune, su acqua e su gomma.

“Un mix che permette di raggiungere anche i territori più remoti dalle città e dagli aeroporti con un impatto basso sul traffico stradale e sull’ambiente”, spiega Girardi. “E in territori montani, dove lo spazio è limitato, l’importanza della ferrovia nell’economia dei trasporti è indiscutibile – aggiunge – una virtù che l’Italia aveva ma ha perduto nel secondo dopoguerra, quando si è deciso via via di smantellare le ferrovie minori perché bisognava fare spazio alle strade”.

E dunque non è per caso che Transdolomites si è rivolta proprio all’Ibv Hüsler di Zurigo per un parere sul suo più grande sogno, il treno Trento-Canazei, la “ferrovia dell’Avisio” (dal nome del fiume che percorre la valle): lo studio di fattibilità redatto dagli ingegneri svizzeri ha confermato che il treno porterebbe a 85 minuti il tempo di percorrenza degli 80 chilometri della tratta rispetto agli attuali 200 dell’autobus, oltre a garantire fino a 18’000 spostamenti al giorno nei mesi estivi. Il costo ipotetico dell’opera è di circa 2 miliardi di euro.

Trento e le valli di Cembra, Fiemme e Fassa

A giugno del 2024 la Provincia di Trento ha affidato a RFI (Rete ferroviaria italiana) l’esecuzione di un altro studio di fattibilità, che se avrà esito positivo potrà dare il via alla progettazione. La linea partirebbe da Trento verso le valli di Cembra, Fiemme e Fassa, 26 fermate in zone turistiche con tante stazioni degli impianti di risalita a poche decine di metri da dove passerebbe la ferrovia. 

È un passaggio storico che Transdolomites attendeva da anni, non solo per gli indubbi impatti positivi sul traffico e sul turismo locale, ma anche perché potrebbe essere il volano dello sviluppo di una rete ferroviaria alpina integrata, e della quale la Svizzera dovrebbe essere il centro nevralgico.

Lo scheletro di questa rete esiste già, ma ci sono dei pezzi incompiuti. C’è la ferrovia Trento-Malè e la Merano-Malles (Alto Adige-Südtirol), ma manca il tassello da Malè a Merano e che permetterebbe di collegare Trento all’Engadina.

Una rete ferroviaria transfrontaliera tra Belluno e Saint Moritz

È il sogno di Mario Baudracco ed Emanuele Lanzerotti che ritorna: nel 1907 i due ingegneri italiani progettarono una rete ferroviaria transfrontaliera tra Belluno e Saint Moritz, mai realizzata a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. L’idea era la creazione di una rete provinciale omogenea ma che avrebbe permesso la nascita della transdolomitica meridionale: in treno da Saint Moritz a Venezia passando per le Dolomiti e i loro paesaggi mozzafiato. 

“Con le tecnologie a disposizione oggi, quel sogno è decisamente più vicino quello che manca mi pare sia la volontà politica – racconta Walter Finkbohner, consulente di BLS SA – ad esempio l’Unione europea ha lanciato il “Green Deal” ma per il momento non ne vediamo i risultati”.

“In Svizzera abbiamo costruito le nuove linee del Vereina e della La Dampfbahn Furka-Bergstrecke – aggiunge Finkbohner – utilizzando il vecchio tracciato dismesso tra Realp e Oberwald, proprio a due passi dal confine italiano, mentre in Italia il trenino Domodossola-Berna avrebbe bisogno di manutenzione e potrebbe essere valorizzato meglio”.

“Considerando il contesto transnazionale tra Italia e Svizzera – spiega Jennyfer Cirignotta, responsabile del mercato italiano per Travel Switzerland – la mobilità sostenibile può facilitare gli spostamenti tra i paesi. Per esempio, treni ad alta velocità e servizi di autobus ecologici collegano le città italiane con quelle svizzere, rendendo più semplice e conveniente viaggiare senza auto. Un approccio che non solo riduce l’impatto ambientale dei trasporti, ma promuove anche il turismo sostenibile, incoraggiando i visitatori a esplorare le bellezze alpine senza inquinare”.

Mobilità trasversale

Il completamento dei collegamenti ferroviari internazionali tra Svizzera, Lombardia e Trentino creerebbe nell’arco alpino una mobilità trasversale con chiari benefici sul piano economico ed ambientale, viste le molte zone (come le Dolomiti) che a causa del turismo soffrono particolarmente la pressione del traffico stradale.

“La cooperazione tra Italia e Svizzera nella promozione di politiche di mobilità sostenibile e nella creazione di reti di trasporto integrate – aggiunge Cirignotta – offre un’opportunità unica per entrambi i paesi di lavorare insieme, migliorando l’accessibilità e la sostenibilità del turismo nelle Alpi”.

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