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Per il centro richiedenti asilo del Varesotto nessuna misura speciale da Berna

Valico doganale di Fornasette tra Tresa e Luino.
Valico doganale di Fornasette tra Tresa e Luino. Ti-Press/Maria Linda Clericetti

La notizia dell'apertura di un centro di accoglienza straordinaria a Fornasette, a ridosso della frontiera italo-svizzera, ha portato il sindaco di Tresa a chiedere lumi al Consiglio federale.

Nel corso di un incontro organizzato a Varese nel mese di febbraio, le autorità italiane e quella ticinese si sono trovate d’accordo sul fatto che sarà un gruppo di lavoro transfrontaliero ad accompagnare l’apertura del centro per l’accoglienza straordinaria dei richiedenti l’asilo a Fornasette, nel comune di Luino e a ridosso della frontiera svizzera.

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A sedersi attorno al tavolo delle discussioni sono stati una trentina di rappresentanti dei due lati del confine. Tra questi il consigliere di Stato Norman Gobbi, il sindaco del comune ticinese confinante Tresa Piero Marchesi, il sindaco di Luino Enrico Bianchi, il prefetto varesino Salvatore Pasquariello, il questore, i comandanti di Polizia e delle Guardie di finanza e gli assessori.

I timori a Tresa

La notizia aveva sollevato preoccupazione in Ticino, soprattutto a Tresa, visto che l’ex caserma che dovrebbe ospitare sedici persone migranti è distante poche centinaia di metri dal comune di confine elvetico.

Piero Marchesi, che oltre ad essere sindaco di Tresa è anche consigliere nazionale nel Parlamento federale, si è rivolto a Berna per chiedere chiarimenti al Consiglio federale in merito al pericolo di sconfinamenti illegali in territorio svizzero.

Secondo Marchesi, “essendo Tresa il centro abitato più vicino in Svizzera, è probabile che alcuni tentino di attraversare illegalmente il confine, magari per depositare una domanda di asilo anche in Svizzera”. Per questo motivo, il sindaco ha chiesto al Governo “quali misure intende adottare il Consiglio federale per tutelare la popolazione”.

La risposta del Consiglio federale

La risposta è arrivata ieri, in occasione dell’ora delle domande nell’aula della Camera bassa del Parlamento: “Della sicurezza degli abitanti di Fornasette e del comune di Tresa, è in principio responsabile la polizia ticinese”.

I collaboratori dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, ha aggiunto il Governo rispondendo ai quesiti del sindaco democentrista di Tresa, eseguono controlli alla frontiere e nelle sue vicinanze con un intensità che varia a seconda della situazione e del rischio.

Qualora una persona dovesse inoltrare richiesta di protezione in Svizzera, ricorda infine il Consiglio federale, verrà dirottata verso un Centro federale d’asilo sotto la responsabilità della Segreteria di Stato della migrazione.

In Svizzera le procedure d’asilo sono svolte in sei diverse regioni d’asiloCollegamento esterno nelle quali è diviso il territorio federale. Ogni regione dispone di un centro federale d’asilo con funzione procedurale e di diversi centri federali d’asilo senza compiti procedurali.

Nell’ambito della pianificazione ordinaria la SEM gestisce complessivamente 5’000 posti di alloggio per persone richiedenti l’asilo. In situazioni particolari questa capacità ricettiva può essere portata a 10’000 posti. È quanto convenuto dalla Confederazione e dai Cantoni nell’ambito del “Piano d’emergenza asilo”Collegamento esterno. Inoltre, la pianificazione ordinaria prevede ubicazioni definitive e ubicazioni che vengono gestite soltanto in via temporanea.

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