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All’italo-svizzera Fleur Jaeggy il Premio elvetico di letteratura 2025

Fleur Jaeggy
Fleur Jaeggy in una foto del 1998. ©KEYSTONE/Christoph Ruckstuhl

Il più importante riconoscimento svizzero in ambito letterario è stato assegnato alla scrittrice 84enne residente a Milano che ha debuttato nel 1968 con Il dito in bocca (Adelphi) e ha collaborato a lungo con Battiato.

Dopo sette anni dall’ultima volta, il Premio svizzero di letteratura torna nelle mani di un’artista italofona. L’Ufficio federale della cultura (UFC) ha infatti comunicatoCollegamento esterno oggi che il riconoscimento per il 2025, dotato di un premio in denaro di 40’000 franchi, celebra il lavoro della scrittrice Fleur Jaeggy.

Classe 1940, Jaeggy è nata a Zurigo da padre svizzero tedesco e madre italiana. È cresciuta in Svizzera dove ha frequentato vari collegi. Dopo una tappa a Roma, nel 1968 si è trasferita a Milano e nello stesso anno ha pubblicato il suo primo romanzo Il dito in bocca.

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Prima di Jaeggy, solo altri due autori italofoni si sono aggiudicati quest’importante onorificenza nazionale: Alberto Nessi nel 2016 e Anna Felder nel 2018.

“Nelle opere di Jaeggy vengono esplorati temi profondi, dolorosi e inquietanti come la solitudine, l’amicizia ossessiva, l’alienazione, il distacco emotivo, i legami familiari disturbati e privi di empatia e la morte”, si legge nella laudatio dell’UFC.

La cerimonia di premiazione si svolgerà il 30 maggio al Konzertsaal di Soletta, nella cornice del festival Giornate letterarie di Soletta e alla presenza della consigliera federale responsabile della cultura Elisabeth Baume-Schneider.

I romanzi più celebri e i premi

Il suo romanzo più noto è I beati anni del castigo, pubblicato – come tutti i suoi altri libriCollegamento esterno – da Adelphi nel 1989. Le sue opere sono state tradotte in diciotto lingue e l’hanno resa celebre in Europa e negli Stati Uniti.

Le opere di Jaeggy sono state insignite di importanti premi, tra cui il Premio Bagutta per I beati anni del castigo e il Premio Moravia per La paura del cielo (1994). Per Proleterka (2001) le è stato attribuito il Premio Viareggio ed è stato dichiarato “miglior libro del 2003” dal “Times Literary Supplement”. Sono il fratello di XX (2014) ha ricevuto il Premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa 2015. Nel 2024 Jaeggy ha anche ricevuto il Premio Gottfried Keller della Fondazione Martin Bodmer per l’insieme della sua opera.

I Premi svizzeri di letteratura vengono conferiti dal 2012 da parte dell’UFC e rientrano nel quadro dei Premi svizzeri della cultura. Il Gran Premio svizzero di letteratura distingue un autore o un’autrice per l’insieme della sua opera. Il Premio speciale di mediazione e il Premio speciale di traduzione vengono attribuiti ad anni alterni. Ciascuna di queste distinzioni ha un valore di 40’000 franchi. Ulteriori premi, del valore di 25’000 franchi, vengono assegnati sulla base di un concorso al quale sono ammesse le opere pubblicate durante l’anno precedente.

La scrittrice ha lavorato anche come traduttrice occupandosi tra gli altri dell’adattamento in italiano di Vite immaginarie di Marcel Schwob (1972) e Gli ultimi giorni di Immanuel Kant di Thomas De Quincey (1983). 

L’amicizia con Battiato

In un’intervista del 2009 rilasciata a La Stampa, il cantautore siciliano Franco Battiato raccontò che dagli anni Settanta in poi, quando viveva a Milano, si trovava regolarmente con un gruppo di amici formato tra gli altri da Giorgio Gaber, Fleur Jaeggy e suo marito Roberto Calasso, proprietario della casa editrice Adelphi.

due uomini e una donna
Fleur Jaeggy in una foto del 2014 assieme all’attore e regista Luca Ronconi (sinistra) e al marito Roberto Calasso. Claudio Moschin

L’amicizia fra Jaeggy e Battiato è poi diventata una collaborazione artistica. Il brano Hiver, dal disco del 1977 Juke Box, contiene un frammento dal libro Le statue d’acqua della scrittrice italo-svizzero. Jaeggy contribuirà poi anche alle canzoni Le aquile, Tramonto occidentale, L’oceano di silenzio, Atlantide, Il sogno.

“Un’autrice misteriosa e sfuggente”

A Fleur Jaeggy e al suo lavoro letterario, lo studioso di italianistica e critico letterario Matteo Moca ha dedicato il volume Una consunzione infinita (2024). “L’intreccio tra vita e scrittura, nell’opera di Jaeggy è finissimo, anche se dei suoi dati biografici sappiamo pochissimo. (…) Leggere le sue opere può però essere un modo per conoscere meglio quest’autrice un po’ misteriosa e sfuggente”, ha raccontato Moca in una recente intervistaCollegamento esterno all’emittente radiofonica della Svizzera italiana RSI.

“Fleur Jaeggy, attraverso una scrittura che non concede spazio alla consolazione, riesce a esprimere emozioni e tormenti psicologici intensi con uno stile sempre controllato e impassibile, come se narrando cercasse di mantenere un distacco di fronte al proprio vissuto e al proprio racconto”, si legge ancora nella nota dell’UFC.

“La sua scrittura scava in profondità e non concede mai nulla al sentimentalismo. Ma la sua prosa, nonostante l’apparente freddezza, colpisce lettrici e lettori per la sua capacità di catturare le sfumature più sottili e i lati più oscuri e nascosti dell’animo umano”.

L’Ufficio federale della cultura ha inoltre assegnato anche un Premio speciale di mediazione all’associazione “Letture sul sofà”. Da dieci anni, quest’associazione organizza con grande cura incontri unici e in diverse lingue insieme ad autori e moderatori, trasformando salotti privati in salotti letterari pubblici.

“Così facendo, avvicina la letteratura alle persone in un contesto informale, di quartiere. I ‘padroni di casa’, veri e propri mediatori letterari, aprono le porte dei loro salotti per accogliere vicini e pubblico, creando un’atmosfera intima che favorisce gli scambi. Mescolando accessibilità e generi diversi come prosa, poesia e spoken word, questo approccio originale offre ad appassionati e curiosi la possibilità di vivere un’esperienza letteraria fuori dal comune”, spiega l’UFC.

Presente in tutta la Svizzera, questa iniziativa è promossa da un’associazione senza scopo di lucro al fine di stimolare gli scambi interculturali e far conoscere nuovi volti della letteratura.

La giuria federale della letteratura ha infine assegnato anche un Premio svizzero di letteratura per opere pubblicate durante l’anno appena trascorso a ognuno dei seguenti autori e autrici:

– Fabio Andina (classe 1972, Leontica), Sedici mesi, Rubbettino Editore
– Romain Buffat (1989, Losanna), Grande-Fin, Double ligne
– Eva Maria Leuenberger (1991, Bienne), die spinne, Literaturverlag Droschl
– Laura Leupi (1996, Zurigo), Das Alphabet der sexualisierten Gewalt, März Verlag
– Catherine Lovey (1967, Corsier), histoire de l’homme qui ne voulait pas mourir, Éditions Zoé
– Nadine Olonetzky (1962, Zurigo), Wo geht das Licht hin, wenn der Tag vergangen ist, S. Fischer Verlag
– Béla Rothenbühler (1990, Lucerna), Polifon Pervers, Der gesunde Menschenversand.

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