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Cambia il volto dell’immigrazione svizzera

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La Svizzera cerca un equilibrio tra il rilancio dell'economia e la salvaguardia delle infrastrutture. Keystone / Gaetan Bally

L'anno scorso la Svizzera ha registrato un forte calo dell'immigrazione netta: rispetto al 2023 sono arrivate meno persone e ne sono partite di più. Negli anni, le cittadine e i cittadini italiani sono diventati la popolazione straniera più numerosa. Ma com'è composta oggi questa fetta di popolazione e perché la Svizzera risulta meno attraente?

Il numero di persone immigrate che sono entrate in Svizzera nel 2024 è diminuito del 6%, attestandosi a 170’607 unità. Allo stesso tempo, il numero di coloro che hanno lasciato il Paese è aumentato, come ha riferitoCollegamento esterno l’Ufficio federale di statistica (UST).

Di conseguenza, l’immigrazione netta è diminuita di 15’459 persone (o del 15,6%), raggiungendo una cifra di 83’392 persone.

Cosa c’è dietro questo calo?

Questo dato può essere parzialmente spiegato da un rallentamento del numero di rifugiate e rifugiati ucraini arrivati in Svizzera.

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Nel 2023, Berna ha concesso 50’600 nuovi permessi S, che consentono ai rifugiati ucraini di lavorare nello Stato alpino. Ciò ha contribuito alla maggiore crescita annuale della popolazione svizzera dall’inizio degli anni Sessanta. L’anno scorso il numero di nuovi permessi S è sceso a 9’600.

Ma questo non è l’unico motivo per cui l’immigrazione netta è diminuita. L’anno scorso un numero crescente di stranieri residenti in Svizzera ha deciso di tornare in patria, in particolare cittadine e cittadini portoghesi.

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La Svizzera aveva registrato un rapido aumento del numero di persone immigrate dal Portogallo dopo la crisi finanziaria del 2008. Ma un più recente miglioramento delle condizioni economiche del Paese iberico ha invertito questa tendenza.

“I flussi migratori sono fortemente influenzati da fattori economici. Se la situazione economica svizzera cambia rispetto a quella di altri Paesi, tendiamo ad assistere a cambiamenti nella migrazione”, ha dichiarato a Swissinfo.ch Didier Ruedin, professore al Forum svizzero per gli studi sulla migrazione e sulla popolazione dell’Università di Neuchâtel.

>>> Chi sono gli stranieri e le straniere in Svizzera?

“Le differenze di opportunità economiche tra la Svizzera e gli altri Paesi si sono ridotte”.

L’anno scorso hanno lasciato la Confederazione circa 60’597 cittadini dell’Unione Europea (UE) e dell’l’Associazione europea di libero scambio (AELS), con un aumento del 5,9% del numero di stranieri in partenza da questi Paesi.

“Dalla primavera del 2024, dopo due anni di forte crescita economica, il mercato del lavoro [svizzero] si è, come previsto, calmato”, ha dichiarato l’UST.

Quali nazionalità preferiscono la Svizzera?

L’UE e l’AELS (Norvegia, Islanda e Liechtenstein) rimangono i maggiori avventori dell’immigrazione svizzera, con il 70,7% di tutti i nuovi arrivi dello scorso anno. Le nazionalità provenienti da queste aree costituiscono i due terzi della popolazione straniera in Svizzera, che ammonta a 2’368’364 persone.

La maggior parte delle immigrate e degli immigrati proviene tradizionalmente dai Paesi confinanti, come l’Italia e la Germania, o da Paesi europei leggermente più lontani, come il Portogallo o la Spagna. Anche i rifugiati provenienti da Paesi in guerra, come il Kosovo negli anni ’90, hanno costituito comunità significative in Svizzera.

Nel corso degli anni, le cittadine e i cittadini italiani sono diventati la popolazione straniera più numerosa che vive in Svizzera (nel 2024 erano 346’981), seguiti da chi arriva dalla Germania (332’132), dal Portogallo (263’028) e dalla Francia (173’353).

Nell’anno in rassegna sono state naturalizzate circa 41’000 persone. Di queste, il 20% arrivava dalla Germania, l’11% dall’Italia, il 10 dalla Francia e il 5% dal Portogallo.

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Ma la tendenza è cambiata sottilmente negli ultimi tempi. L’anno scorso il gruppo più numeroso di immigrati (14%) è arrivato dalla Germania. Anche la percentuale di immigrate e immigrati francesi è aumentata, mentre è diminuita quella proveniente da Italia e Portogallo.

La maggior parte delle persone provenienti dall’UE/AELS arriva per opportunità di lavoro, mentre la maggior parte degli arrivi da altri Paesi avviene per ricongiungersi con i familiari che vivono in Svizzera.

Cosa pensano gli svizzeri della popolazione straniera?

Le persone straniere rappresentano più di un quarto della popolazione svizzera. Come in altri Paesi, le opinioni sono discordanti circa i meriti o i demeriti associati a questa situazione.

I gruppi imprenditoriali accolgono con favore gli stranieri e le straniere perché contribuiscono a coprire le posizioni vacanti. Questo apporto vitale di manodopera contribuisce anche a rimpolpare le casse pensioni. I sindacati, invece, temono che l’assunzione di lavoratrici e lavoratori stranieri faccia abbassare i salari.

I partiti politici di destra hanno tentato più volte di limitare attraverso le urne il numero di persone straniere. La maggior parte dei referendum è fallita, con la notevole eccezione di un voto popolare del 2014 chiamato “Contro l’immigrazione di massa” che ha messo a dura prova i legami della Svizzera con l’UE.

>>> La democrazia diretta rielabora la paura degli stranieri

Una nuova iniziativa dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) volto a limitare la popolazione a dieci milioni di abitanti (attualmente è poco più di nove milioni) non ha ricevuto il sostegno del Governo.

L’iniziativa sostiene che le infrastrutture, come i trasporti e le abitazioni, che faticano a tenere il passo con l’aumento della popolazione, sono sottoposte a un carico intollerabile.

Perché le persone sono più a disagio nei confronti degli stranieri?

Un sondaggio che viene condotto dall’UST ogni due anni sull’atteggiamento della cittadinanza svizzera nei confronti delle straniere e degli stranieri ha rilevato che l’anno scorso le opinioni si sono indurite. La percentuale di persone intervistate che ha dichiarato di sentirsi minacciata da chi arriva dall’estero è passata dal 9% del 2022 al 12,2% del 2024.

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Questo coincide con l’ascesa in Europa dei partiti politici nazionalisti di destra, con la guerra in Ucraina e l’aumento della violenza in Medio Oriente.

“Siamo in un momento di maggiore incertezza e quando c’è incertezza sul futuro e su cose che prima davamo per scontate, alcune persone reagiscono con atteggiamenti negativi nei confronti degli stranieri”, ha detto Ruedin.

“C’è una predisposizione al capro espiatorio che viene attivamente mobilitata da alcuni attori e partiti per fini politici”.

Marc Bühlmann, politologo dell’Università di Berna, ha affermato che un campione di 3’222 persone non può essere definito rappresentativo dell’intera popolazione. E ci sono due modi di guardare ai risultati.

“Se il 12% della popolazione vede gli stranieri come una minaccia, può anche essere interpretato positivamente”, ha detto a Swissinfo.ch. “Questo significa che, al contrario, il resto della popolazione svizzera non percepisce le persone straniere come un pericolo. Lo trovo notevole”.

A cura di Marc Leutenegger/sb

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