Alberto Geisser, il banchiere-filantropo che portò la cultura per le strade di Torino
Dalla Svizzera al cuore del Piemonte, l’eredità di un uomo poliedrico che fu un pioniere nel campo della riforma sociale e dell’istruzione.
Geisser appartiene a una famiglia di imprenditori e banchieri svizzeri che si trasferì a Torino a metà Ottocento. Nel capoluogo piemontese conseguì la laurea in giurisprudenza nel 1880 per poi frequentare le università di Heidelberg e di Berlino.
Lavorò dapprima presso la banca del padre Ulrich e, in seguito, viaggiò in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti. La sua formazione di uomo di finanza e di curioso studioso e il suo tratto cosmopolita costituirono degli elementi determinanti sia nella sua vita privata sia in quella pubblica. Geisser fu un visionario e una figura rilevante nel contesto culturale, sociale ed economico del tempo. Si affermò come imprenditore, banchiere, console generale svizzero, economista, consigliere comunale nonché Senatore del Regno.
>>> L’intervista alla storica Cristina Accornero:
Un economista umanista
È difficile enumerare la molteplicità di ruoli, incarichi, attività e impegni professionali che furono assunti e ricoperti da Albert Geisser. Nell’ambito amministrativo e finanziario, Geisser fu presidente della Cassa di Risparmio di Torino dal 1920 al 1927, membro del consiglio d’amministrazione della Cartiera italiana (dal 1889) e della Società mineraria Monteponi (vicepresidente dal 1924). Fu membro del Comitato italiano promotore per lo sviluppo e l’incremento dell’industria. S’interessò inoltre di agricoltura e in particolare di frutticoltura istituendo una scuola professionale in Pomologia. Fortemente influenzato dal mondo anglosassone, Geisser fu un attento studioso di economia e fece parte del Laboratorio di economia politica di Torino.
Rifiutò rapidamente l’idea di una visione astratta dell’economia e, al contrario, fu un grande sostenitore di un approccio economico impattante, concreto e prossimo alla realtà. La sua attenzione si rivolse in particolare ai meccanismi di esclusione sociale, alle disuguaglianze crescenti legate alla rivoluzione industriale e al fenomeno dell’urbanizzazione. S’interessò così ai problemi dell’emigrazioni, delle abitazioni, degli ospedali, del risparmio, delle problematiche e delle condizioni di vita delle classi popolari. Condivise con Luigi Einaudi la concezione umanistica del liberalismo. L’economista ideale è l’economista umanista e cioè colui che non si astrae dalla realtà. La sua azione e il suo pensiero economico riflettevano quello dell’élite liberale di inizio secolo in grado di intuire le evoluzioni sociali ed economiche dipendenti dallo sviluppo industriale. Per Geisser, la vera crescita economica non poteva prescindere dalla dignità umana e dall’attenzione alla classe popolare.
Riformatore sociale e divulgatore di sapere
Geisser fu un cultore delle questioni economiche e sociali e si rivelò un antesignano nel settore della divulgazione. Fu consapevole dell’importanza delle tecniche di comunicazione come strumento facilitatore della “modernizzazione” del tessuto sociale unitamente ad un concreto investimento sull’educazione e sull’istruzione popolare.
La sua attività di studioso lo portò ben presto a collaborare con la rivista La Riforma Sociale contribuendo non poco a trattare e sviluppare i temi relativi alle principali questioni sociali del tempo. Con la sua attività pubblicistica e il suo impegno divulgativo si fece promotore di numerose iniziative, interagì con varie associazioni culturali e benefiche sia a livello locale sia a livello nazionale e si fece infine interprete delle prime manifestazioni di massa.
Le attività filantropiche
Al di là delle cariche e dell’influenza economica, l’eredità più profonda di Geisser resta nel campo della filantropia culturale. Tra le numerose iniziative filantropiche sono da evidenziare quelle dell’ambito sociale. Con Ernesto SchiapparelliCollegamento esterno e Fedele LamperticoCollegamento esterno fu fondatore dell’Associazione Nazionale per soccorrere le missioni italianeCollegamento esterno, fu membro fondatore dell’Opera per l’Assistenza degli operai emigrati in Europa, successivamente denominata «Opera BonomelliCollegamento esterno»; dal 1896 fu Presidente dell’Opera Pia Lotteri, istituzione benefica torinese per la convalescenza dei malati e fu membro del Comitato delle Province Piemontesi per l’assistenza agli invalidi di guerraCollegamento esterno.
L’educazione e l’istruzione popolare
Tra i suoi contributi più significativi, va ricordato l’impegno per la promozione dell’istruzione popolare, in particolare attraverso le biblioteche circolanti: strutture diffuse sul territorio che consentivano a tutti, specie ai lavoratori e ai meno abbienti, di accedere alla lettura e all’educazione. Secondo Geisser la cultura non doveva essere un lusso ma un diritto e quindi uno strumento di emancipazione e di responsabilità civile. Sviluppa il concetto di sapere “volgarizzato” con l’idea di rafforzare il senso di partecipazione dei cittadini alle trasformazioni politiche, sociali ed economiche del Paese. La democratizzazione della cultura è necessaria per un coinvolgimento efficace e reale del ceto popolare nella gestione della cosa pubblica.
Le biblioteche popolari municipali circolanti
Il sogno di Geisser di una cultura accessibile a tutti si tradusse nel suo impegno personale alla costituzione di luoghi di lettura aperti alla cittadinanza. Il suo obiettivo era semplice ma rivoluzionario: portare libri e cultura a tutte le classi sociali e periferie, attraverso un sistema di biblioteche mobili e decentrate.
Nel 1893 pubblica la sua proposta: “Deve Torino avere una biblioteca pubblica circolante?”. Facendo leva su esperienze internazionali esistenti, Geisser sosteneva la necessità che la Biblioteca Civica dovesse divenire circolante e dovesse prestare i libri ai lettori. Fautore della municipalizzazione dei pubblici servizi, portò avanti l’idea che la collezione della Biblioteca Civica, da gestire con fondi pubblici, dovesse andar in prestito. Ma i tempi non erano ancora maturi.
L’idea però stimolò alcune scuole che crearono al loro interno delle biblioteche circolanti. Fu il caso della scuola elementare Monviso. Grazie ad un iniziale donazione di due mila volumi fatta proprio dallo stesso Geisser, la scuola Monviso avviò una biblioteca circolante dotata di un proprio statuto, di una commissione direttrice e di abbonamenti a periodici per ragazzi e insegnanti.
Si dovette poi attendere il 1906, quando Albert Geisser fondò a Torino il Consorzio delle Biblioteche Popolari Circolanti (in seguito Consorzio nazionale per le biblioteche), grazie ai contributi della Cassa di Risparmio di Torino e dell’Istituto San Paolo. Un progetto senza precedenti in Italia, concettualmente antesignano del sistema di biblioteche odierno. Le biblioteche circolanti consistevano in collezioni di libri che si spostavano tra diversi quartieri e centri operai. Solo nel 1913 le biblioteche circolanti furono una realtà. La città di Torino si servì del Consorzio per costituire e gestire delle biblioteche circolanti nei quartieri periferici. Nel 1937, la gestione diretta delle Circolanti fu assunta dalla Direzione della Biblioteca Civica mentre l’anno successivo si istituì a Torino la Biblioteca circolante centrale.
Le biblioteche circolanti: un’iniziativa di successo
A testimoniare la bontà e il successo dell’idea di Geisser sono i numeri sulla frequenza di accesso nelle biblioteche circolanti e soprattutto dei prestiti di volumi. Nel 1925 si registrarono il prestito di oltre 30’000 volumi. Stupiscono positivamente i dati rilevati durante il periodo bellico. Allo scoppio della guerra, le biblioteche circolanti non cessarono le loro attività registrando dati di circa 207’000 volumi presi in prestito, a dimostrazione che la frequenza dei cittadini non venne meno.
Anche il cinema
Dopo un paio di anni dalla sua costituzione, il Consorzio per le biblioteche divenne Consorzio Nazionale per Biblioteche e Proiezioni luminose. Geisser fece evolvere la sua idea iniziale fondando l’Istituto Italiano per le Proiezioni Luminose per scopi didattici ed educativi.
Ancora una volta Geisser mostra il suo lato visionario e sensibile intuendo l’importanza di diffondere conoscenza e informazione attraverso il linguaggio delle immagini, delle proiezioni e della narrazione visiva. Tale struttura è considerata precursore del celebre Istituto Luce.
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