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Zurigo, autista Uber condannato per abusi sessuali su clienti

portiera di auto con scritta uber
L'italo-macedone sarà espulso dalla Svizzera per sette anni. Keystone-SDA

Quattro anni di reclusione e sette di espulsione dalla Svizzera è la condanna inflitta a un autista di Uber per aver abusato sessualmente di tre clienti ubriache nella regione di Zurigo.

Un autista di Uber è stato condannato a quattro anni di reclusione per aver abusato sessualmente di tre clienti ubriache nella sua auto nella regione di Zurigo. La giustizia ha anche pronunciato l’espulsione per 7 anni dalla Svizzera per questo 44enne italo-macedone.

Nella sua sentenza pronunciata venerdì, il Tribunale distrettuale di Zurigo ha riconosciuto l’imputato colpevole di violenza carnale in un caso, nonché di coazione sessuale e di altri reati. Oltre alla sanzione penale inflitta, ha anche pronunciato un divieto di esercitare l’attività di autista per cinque anni. L’uomo, residente nel canton Turgovia, lavora anche come autista di autocarri.

I giudici hanno seguito solo parzialmente l’atto d’accusa del Ministero pubblico, che chiedeva nove anni e mezzo di reclusione per l’imputato e l’espulsione dal territorio svizzero per 12 anni. La difesa aveva chiesto una pena pecuniaria con la condizionale per mancanza di prove.

Una volta come falso autista

I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra aprile e giugno 2024. In ognuno dei tre casi, l’uomo ha operato di notte con la sua auto privata nella città di Zurigo, come autista di Uber o del concorrente Bolt, o spacciandosi per un autista legato a questi due servizi di trasporto.

Nel primo caso, l’imputato si è presentato alla vittima, una donna di 24 anni, come l’autista di Uber dell’auto prenotata, cosa che non era vera. Invece di accompagnarla a casa sua un sabato alle 6 del mattino, l’ha portata in un parcheggio, dove l’ha costretta a praticargli una fellatio dopo aver chiuso le portiere dell’auto.

Davanti ai giudici, la giovane donna ha dichiarato di aver obbedito per paura di essere violentata o picchiata. Durante il processo, tenutosi la settimana scorsa, il 44enne ha negato le accuse di abuso sessuale. Secondo lui, la prima vittima era consenziente, non l’ha costretta e non ha chiuso le portiere.

Una volta su una cliente addormentata

Nel secondo caso, in qualità di autista del concorrente Bolt, ha fatto salire un cliente davanti a una discoteca di Zurigo. Una donna di 31 anni senza alcun legame con il cliente, fortemente ubriaca e sotto l’effetto di altre sostanze, è quindi entrata anch’essa nell’auto e si è addormentata.

Dopo aver accompagnato il cliente a casa sua, ha abusato della donna seduta sul sedile anteriore più volte per oltre due ore. Tracce del DNA dell’autista sono state trovate sulle mutandine e sul reggiseno della 31enne, che in seguito ha avvertito dolori e presentava arrossamenti nelle parti intime. L’autista ha anche prelevato 100 franchi dalla sua carta di credito e ha scattato foto e girato un video della donna mentre dormiva.

Ha trasportato la sua vittima attraverso gran parte del cantone prima di tornare a Zurigo e chiamare la polizia. Ha segnalato che una cliente addormentata nella sua auto non reagiva quando le parlava. Gli agenti sono intervenuti per svegliarla prima che l’autista la accompagnasse a casa. Di fronte ai giudici, l’imputato ha dichiarato solo di aver addebitato i 100 franchi e di aver tentato invano di svegliare la cliente.

Nell’ultimo caso, sempre secondo l’atto d’accusa, l’imputato ha costretto una giovane cliente a baciarlo sulla bocca prima che lei scendesse dalla sua auto. Stando alla vittima, l’autista l’aveva già palpeggiata prima di arrivare a quel punto.

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