Zuffa tra un eletto e la polizia a Palazzo federale
Il consigliere nazionale e presidente del gruppo parlamentare dell'Unione democratica di centro, Thomas Aeschi, si è azzuffato mercoledì mattina con agenti di polizia armati, di guardia a Palazzo federale.
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La scena, immortalata in un video da una persona presente all’interno della sede, è stata pubblicata su diversi portali online.
La colluttazione è nata a causa di una postazione di blocco istituita dagli agenti a margine di un servizio fotografico previsto con il presidente del parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk – presente mercoledì a Berna – e il Presidente del Consiglio nazionale Eric Nussbaumer. Aeschi si era rifiutato di rispettare le disposizioni dei poliziotti appostati sulle gradinate all’interno del Palazzo federale.
Lo stesso deputato del Canton Zugo, protagonista dell’accaduto, ha puntualmente postato a sua volta il breve video – inizialmente pubblicato dal portale Nau.ch – sulla sua pagina X (ex Twitter) e commentato di persona la scaramuccia avuta con le forze dell’ordine. “Come potete vedere nel video, non mi sono lasciato fermare. Il punto è che durante la sessione i lavori parlamentari hanno la precedenza sulle visite di Stati esteri”.
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Le immagini mostrano anche un’altra persona che viene spinta via dalle forze dell’ordine. Secondo il portale del quotidiano Tages-Anzeiger, si tratterebbe del consigliere nazionale Michael Graber, compagno di partito di Aeschi.
“Tutti i Stati si devono schierare dalla parte di Kiev”
In seguito alla visita, Stefanchuk ha giustificato davanti ai media l’assenza di un invito della Russia alla Conferenza sulla pace in Ucraina. “Kiev ha cercato senza successo per decenni di negoziare direttamente con Mosca”, ha detto. “Negli ultimi tre anni – ha aggiunto – l’Ucraina ha perso molte regioni e ha dovuto fare i conti con spostamenti forzati di popolazione. Ora dobbiamo condurre i negoziati di pace in un nuovo formato”.
L’obiettivo della conferenza, che si tiene il prossimo fine settimana sul Bürgenstock, è che tutti gli Stati partecipanti riconoscano chi è la vittima e chi l’aggressore. “Vogliamo che tutti si schierino con l’Ucraina e dicano un ‘sì’ deciso a una pace sostenibile e giusta. La Russia potrà essere coinvolta in un processo di pace quando tutti gli Stati avranno una posizione irremovibile su questo punto”, ha proseguito il presidente della Verchovna Rada ucraina.
“Un cessate il fuoco ritarderebbe solo la pace, a scapito delle generazioni future”, ha aggiunto. “L’Ucraina non ha bisogno di una pace al prezzo della perdita della sua integrità territoriale e sovranità. Una guerra fredda resta una guerra”.
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