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Zika, zanzara tigre sorvegliata speciale

Il direttore del Centro malattie tropicali: in Svizzera non ci sarà un impiego preventivo di insetticida su larga scala, ma siamo pronti a reagire

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 febbraio 2016

Mentre l'America latina combatte da settimane contro la diffusione del virus Zika, fortemente sospettato di causare gravi malformazioni dei feti, in Svizzera sono salite a dieci le persone contagiate, tutte rientrate da un viaggio in Brasile.

Nel nostro paese si presta particolare attenzione alla zanzara tigre, presente in Ticino ormai da anni.

Il Brasile è in stato d'emergenza. Centinaia di migliaia di soldati disinfestano le città. Nel mirino c'è la zanzara colpevole di diffondere il Virus Zika.

"Per tenere sotto controllo questa epidemia", ci spiega il direttore del centro per le malattie tropicali di Basilea, Christoph Hatz, "non bastano i soldati che passano a disinfestare i quartieri, anche se questa misura è fondamentale per contenere la diffusione. A medio termine abbiamo bisogno di un vaccino, e ci vogliono medicinali per contrastare la malattia e questo costa".

Con quasi due miliardi di dollari il governo statunitense vuole sostenere i programmi di ricerca e prevenzione. Analogamente all'Ebola, l'Organizzazione mondiale della sanità ha presentato il piano che dovrebbe portare in tempi brevi, ma comunque alcuni anni, a un rimedio.

Nel frattempo ci si concentra sulle zanzare che trasportano il virus. Insetti che mobilità e cambiamento climatico hanno portato anche da noi. Nel sud della Svizzera le zanzare tigre sono presenti ormai da anni.

"Dobbiamo essere pronti", osserva Hatz, "perché in estate, quando queste zanzare sono attive, possono pungere un paziente rientrato dal Sudamerica e diffondere così il virus anche da noi".

Per il momento, l'inverno ci protegge e la fase intensa di diffusione in Sudamerica dovrebbe finire con il cambiamento di stagione.

"Non disinfesteremo in modo preventivo tutta la Svizzera spruzzando insetticidi", prosegue il direttore del Centro per le malattie tropicali, "ma grazie al monitoraggio costante, sappiamo dove queste si riproducono e nel caso arrivasse una persona malata siamo pronti ad agire".

Molte sono ancora le incognite, soprattutto sull'effetto a lungo termine del virus. Le autorità federali si dicono pronte e possono attingere alle esperienze degli ultimi anni.

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