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Interrotto il processo contro l’avvocato dello scandalo “cum-ex”

giustizia
Keystone-SDA

Il Tribunale cantonale zurighese ha interrotto il processo contro l'avvocato tedesco Eckart Seith, che in Germania è considerato un'informatore. Le accuse sono di spionaggio economico e infrazioni della legge sulle banche.

La corte dovrà innanzitutto decidere se un procuratore precedentemente coinvolto nel procedimento sia stato parziale o no.

All’udienza apertasi stamane a Zurigo, gli avvocati di Seith e degli altri due ex dipendenti della Banca J. Safra Sarasin – accusati assieme a lui di aver trasmesso alla giustizia tedesca documenti bancari relativi al miliardario tedesco Erwin Müller, 92 anni, proprietario della catena di drogherie Müller presente anche in Svizzera – hanno chiesto la sospensione del processo.

La difesa ha accusato di parzialità il ministero pubblico che ha condotto il procedimento all’inizio delle indagini, più di dieci anni fa. Il tribunale si è allora ritirato per deliberare e il processo continuerà giovedì.

Il caso era stato esaminato una prima volta dal Tribunale cantonale circa tre anni fa. In quell’occasione, la corte giudicò parziale il ministero pubblico dell’epoca e rinviò il caso alla procura cantonale. Tuttavia, il Tribunale federale ha in seguito ribaltato questa decisione, motivo per cui il caso viene ora nuovamente esaminato dalla giustizia zurighese.

Stamane il rappresentante della procura cantonale ha respinto le accuse di parzialità nei confronti dell’ex ministero pubblico. Inoltre, Seith non ha potuto invocare i diritti di protezione di cui godono i whistleblower, ossia che segnala qualcuno. “Seith non è un whistleblower, ha acquistato documenti dalla controparte come avvocato”, ha dichiarato oggi il ministero pubblico.

Seith è accusato di spionaggio economico e di infrazioni della legge sulle banche per aver ottenuto documenti interni della banca Sarasin e averli trasmessi a investigatori tedeschi.

Tra evasione fiscale e segreto bancario

L’intreccio tra la lotta all’evasione fiscale in Germania e la tutela del segreto bancario in Svizzera ha ripetutamente causato irritazione fra i due Paesi. Mentre Seith è sotto processo nella Confederazione, in Germania è considerato un whistleblower che ha contribuito a far emergere lo scandalo cum-ex.

L’avvocato di Stoccarda, sotto accusa assieme ai due ex dipendenti della banca Sarasin, è stato condannato nell’aprile 2019 in prima istanza a una pena pecuniaria con la condizionale.

In Germania, invece, Müller – che da anni figura sulla lista degli uomini più ricchi del pianeta stilata da Forbes – ha vinto nel 2017 una causa da 45 milioni di euro (41,8 milioni di franchi al cambio attuale) contro la banca privata basilese, alla quale rimproverava di essere stato tratto in inganno e mal consigliato in fatto di ottimizzazione fiscale.

Stando alle carte messe a disposizione dai due ex collaboratori della banca – a loro volta condannati in prima istanza a pene sospese per spionaggio economico e coazione – la banca basilese indusse Erwin Müller a investire in un fondo lussemburghese altamente rischioso: il fondo Sheridan praticava le controverse operazioni cum-ex (scorporo dei dividendi).

Il trucco consisteva nella compravendita di azioni prima (“cum”, con) e dopo (“ex”, senza) il versamento del dividendo che permettevano di ottenere due volte il rimborso dell’imposta preventiva versata allo Stato tedesco.

Il sistema cum-ex, smascherato da un’inchiesta giornalistica internazionale, ha provocato perdite miliardarie al fisco di diversi Paesi europei. Nel 2012 questo tipo di operazioni fu vietato in Germania e il fondo lussemburghese crollò come un castello di carte. Quattro anni più tardi la pratica è stata vietata anche in Svizzera.

Nel luglio 2021, la Corte di giustizia federale tedesca ha inoltre stabilito, con una sentenza giudicata storica, che le transazioni cum-ex sono da considerare per il fisco tedesco come evasione fiscale.

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