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Lukashenko: “allarme bomba dalla Svizzera”

Il presidente bielorusso Lukashenko
A causa delle continue violazioni dei diritti umani, il mondiali di hockey su ghiaccio in corso, previsti in parte a Minsk, sono stati spostati in Lettonia. Keystone / Maxim Guchek / Pool

Il presunto allarme bomba sul volo passeggeri Atene-Vilnius, fatto atterrare a Minsk dalle autorità bielorusse, sarebbe arrivato dalla Svizzera. Berna smentisce.

Il Governo svizzero, per bocca del suo portavoce André Simonazzi, ha smentito le affermazioni del presidente bielorusso: “Le autorità svizzere non sono a conoscenza di un allarme bomba a bordo dell’aereo in questione e non ci sono quindi state comunicazioni in questo senso verso la Bielorussia”.

Il Consiglio federale ha inoltre condannato con fermezza quanto successo e ha chiesto un’inchiesta internazionale approfondita.

Lunedì, le autorità bielorusse si erano già difese evocando un’altra pista: una mail inviata da Hamas in cui si minacciava di far “saltare in aria” il velivolo se l’Europa non avesse “cessato il suo appoggio verso Israele” nella guerra contro Gaza.

Domenica, il volo Ryanair proveniente dalla Grecia è stato fatto atterrare a Minsk. In aeroporto, le autorità bielorusse hanno fanno scendere il giornalista 26enne Roman Protasevich e la sua compagna Sofia Sapega, poi arrestati. L’Unione Europea, lunedì, ha reagito isolando lo spazio aereo dell’ex repubblica sovietica e introducendo nuove sanzioni contro il regime di Lukashenko.

Complotto

Secondo il leader bielorusso, si tratterebbe di un’offensiva architettata da chi vuole rovesciare l’ordine del Paese. “I malintenzionati esterni ed interni hanno cambiato i metodi di attacco: hanno attraversato molte linee rosse e hanno superato i confini del buon senso e della moralità umana”, ha dichiarato in una riunione con parlamentari e altri funzionari, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa bielorussa BelTA.

Sia l’Onu che la Nato, intanto, hanno chiesto che i due arrestati vengano rilasciati. Finora sono stati diffusi due videomessaggi di Protasevich e Sapega in cui confessano di essersi resi colpevoli dei reati di cui vengono accusati dalle autorità bielorusse: organizzare le proteste anti governative e diffondere dati sulle forze dell’ordine bielorusse su Telegram. Secondo l’opposizione, le confessioni sono state estorte con la forza e i due rischiano di essere torturati.

Ondate di protesta

Intanto l’ufficio dell’ex candidata presidenziale bielorussa Svetlana Tikhanovskaya, il Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa, la Direzione nazionale anticrisi, lo staff dell’ex candidato presidenziale Valery Tsepkalo e altri rappresentanti dell’opposizione bielorussa hanno annunciato l’inizio dei preparativi per una “nuova fase attiva delle proteste”.

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“Noi, bielorussi, dovremmo fare tutto il possibile per liberare i prigionieri politici, mettere fine alla violenza e tenere elezioni giuste: dobbiamo agire perché si è aperta finestra di opportunità”.
 

tvsvizzera.it/fra con RSI

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