Vaccinazione, offensiva del governo elvetico
Per aumentare la quota di immunizzati e poter così eliminare le restrizioni legate al certificato sanitario, il Consiglio federale ha proposto una "offensiva di vaccinazione". Questa iniziativa, inviata venerdì in consultazione e che costerà 150 milioni di franchi, si tradurrebbe in una settimana nazionale di vaccinazione, unità mobili supplementari, offerte d'informazione personali e buoni di 50 franchi per chi convince qualcuno a immunizzarsi.
I contagi e le ospedalizzazioni intense stanno calando nella maggioranza dei cantoni, ma la situazione nei reparti di terapia intensiva la situazione resta tesa, ha spiegato il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampa. Occorre insomma dar prova di prudenza, ha detto il ministro della sanità ricordando quanto avvenuto un anno fa.
La situazione è comunque favorevole, ha aggiunto Berset precisando che se le cifre diminuiscono è grazie alla vaccinazione ma anche all’estensione dell’uso del certificato. Anche il fatto che al momento non ci siano persone che tornano dalle vacanze spiega questa evoluzione: in estate una parte non indifferente dei contagi era rappresentato da coloro che rientravano dalle ferie.
La vaccinazione rimane tuttavia la chiave per uscire dalla crisi: in media, possono essere evitati un’ospedalizzazione ogni 100 inoculazioni e un ricovero in terapia intensiva ogni 250. La copertura vaccinale della Svizzera è però ancora insufficiente.
Ancora troppo pochi vaccinati
Con il 57% di persone completamente vaccinate tra la popolazione residente, la copertura vaccinale della Svizzera è tra le più basse in Europa, ha spiegato Berset ricordato come questo tasso sia dell’85% in Portogallo e del 75% in Danimarca.
Orbene, secondo le attuali conoscenze scientifiche, ha spiegato il consigliere federale, per poter revocare i provvedimenti sarebbe necessaria una copertura vaccinale del 93% tra gli ultra 65enni, ma attualmente coloro che si sono fatti inoculare almeno una dose sono l’88%. Per la fascia d’età 18-65 anni sarebbe necessaria una copertura dell’80% ma oggi siamo fermi al 70%.
“Offensiva in piazza”
Con l’offensiva di vaccinazione – in consultazione fino al 6 ottobre, una decisione sarà presa il 13 – Confederazione e Cantoni intendono offrire un accesso facilitato all’immunizzazione, innalzando così la copertura vaccinale del nostro Paese. L’offensiva è destinata soprattutto alle persone indecise che necessitano di informazioni approfondite.
“La possibilità di farsi vaccinare rimane una libera scelta di ognuno, una scelta personale che il Consiglio federale rispetta”, ha precisato Berset ricorcando comunque che è “il solo mezzo, oltretutto estremamente efficace, per porre un termine alla pandemia”.
Tra le misure proposte figura una settimana nazionale di vaccinazione. Sono previsti, tra l’altro, eventi informativi e un’infoline. La campagna prevede la possibilità di ricorrere a consulenze, che saranno offerte per diverse settimane e potranno avvenire per telefono, sui social media o di persona. In tutta la Svizzera circa 1’700 consulenti affiancheranno i professionisti della salute.
Per aumentare la quota di vaccinati, l’esecutivo vuole andare a cercare direttamente le persone nelle valli, nelle piazze di paese, sui luoghi di lavoro, sui campi di calcio, davanti alle università, nei centri commerciali o all’entrata delle discoteche. Per farlo, ha spiegato Berset, oltre ai 50 bus oggi a disposizione, sono previste altre 170 unità mobili di vaccinazione supplementari.
Il Consiglio federale ha anche immaginato un buono di 50 franchi per chi riesce a convincere qualcun altro a farsi vaccinare. Il compenso sarà versato dai Cantoni, che decideranno autonomamente dove potrà potrà essere riscosso.
Test a pagamento dall’11 ottobre
E a proposito di test, il governo ha confermato che i tamponi che permettono di ottenere un certificato Covid saranno a pagamento dall’11 ottobre. La Confederazione finanzierà tuttavia ancora fino alla fine di novembre i test delle persone cui è stata somministrata la prima dose del vaccino, ma che non hanno ancora ottenuto il pass.
La Confederazione assumerà anche i costi dei test ripetitivi per il rilascio del certificato, realizzati ad esempio nelle imprese o nelle università. I tamponi continueranno inoltre ad essere gratuiti per i giovani sotto i 16 anni, così come per tutte le persone che non possono farsi vaccinare per ragioni mediche.
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