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Troppi morti sulle strade svizzere, “Serve un cambio di rotta”

triangolo indicante un incidente
Peggiora la sicurezza stradale in Svizzera. Keystone-SDA

L'Ufficio prevenzioni infortuni (UPI) lancia l'allarme sul peggioramento della sicurezza stradale in Svizzera, dove il numero di morti è aumentato del 34% in cinque anni, una tendenza negativa in netta controtendenza con la media europea.

La Svizzera sta facendo passi indietro in materia di sicurezza stradale. È il campanello d’allarme suonato martedì dall’Ufficio prevenzioni infortuni (UPI), che rileva come il numero di morti sulle strade svizzere sia aumentato del 34% negli ultimi cinque anni.

Nessun Paese europeo ha registrato un dato così negativo. Per invertire la tendenza – afferma – serve una politica coerente e un impegno congiunto.

In Europa, la media segna addirittura un calo del 12%, precisa l’UPI in una nota, facendo riferimento al “Ranking EU Progress on Road Safety” del Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti (ETSC). Anche su un arco di dieci anni, la tendenza resta deludente: più 2,9% in Svizzera contro un meno 17% nella media continentale.

Volontà politica

“La sicurezza stradale non va data per scontata”, ammonisce Mario Cavegn, capo del dipartimento Circolazione stradale dell’UPI, citato nel comunicato, chiedendo “misure decise”. Per adottarle serve però un chiaro sostegno politico, prosegue, avvertendo che altrimenti sarà difficile raggiungere l’obiettivo fissato dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) di ridurre a 100 il numero di morti sulle strade entro il 2030. Lo scorso anno sono stati ben 250.

Tra gli interventi del parlamento criticati dall’UPI c’è per esempio l’abbassamento dell’età minima per guidare una moto, che ha più che raddoppiato il numero di incidenti gravi dei minorenni. Inoltre, aggiunge l’UPI, mentre altri Paesi promuovono il limite di 30 km/h, in Svizzera vengono introdotti requisiti più elevati per autorizzarli. Un altro esempio è la decisione di non rendere obbligatorio il casco sulle biciclette per i bambini.

Piano nazionale

L’UPI auspica l’adozione di un piano nazionale che indichi la strada da seguire. Esso potrebbe puntare sul principio della responsabilità condivisa (infrastrutture sicure, veicoli sicuri, velocità sicura e comportamenti sicuri da parte degli utenti). Occorrerebbe poi rafforzare le strategie di controllo e sanzione, coordinare le prevenzione e monitorare costantemente la politica di sicurezza stradale.

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