“Il potere d’acquisto non è un lusso”
L'Unione sindacale svizzera (USS) propone un pacchetto di dieci misure per far fronte alla diminuzione del potere d'acquisto dei salariati svizzeri. L'organizzazione denuncia una "problema di ridistribuzione" della ricchezza, con grandi aziende che realizzano ingenti utili ed enti pubblici che chiudono con forti avanzi d'esercizio, mentre si riduce il reddito disponibile delle famiglie.
“Anche in Svizzera le condizioni sociali stanno peggiorando, cosa che attualmente passa sotto silenzio”, afferma l’USS un comunicatoCollegamento esterno diffuso dopo una conferenza stampa a Berna.
La situazione dei salariati, rileva l’organizzazione sindacale, è peggiorata soprattutto negli ultimi due anni, con un aumento della pressione sul posto di lavoro. Al contempo, i premi di assicurazione malattia sono sempre più cari e scendono le rendite del secondo pilastro [casse pensione; per il sistema previdenziale svizzero dei tre pilastri leggi di più qui, ndr].
Per contro, scrive l’USS, il capitale cresce: la Confederazione e i cantoni chiudono i conti con attivi miliardari, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha riserve per 170 miliardi di franchi (triplicate in pochi anni) e le grandi imprese onorano in modo sempre più generoso i loro azionisti.
“Detto in breve, il potere d’acquisto nel nostro Paese sta diminuendo, anche se da anni siamo in una fase di boom economico”.
Se la crescita non è per tutti
Per i sindacati, si tratta di una situazione senza precedenti, ingiustificata e preoccupante, specie in prospettiva di “ciò che potrebbe accadere nel momento in cui arriverà una recessione”, che indebolisce interi settori dell’economia, rallentando la domanda interna e creando dubbi sul consenso democratico.
Per far fronte al “problema di ridistribuzione” della ricchezza, l’USS propone un catalogo di dieci misure che comprende, tra l’altro, aumenti salariali sostanziali, una rapida lotta contro le differenze di stipendio fra i sessi, la 13esima mensilità per una quota più ampia di lavoratori e per i pensionati, una limitazione dell’onere di assicurazione malattia al 10% del reddito disponibile.
“L’aumento del potere d’acquisto non è un lusso, è semplicemente una necessità sociale ed economica”, conclude l’Unione sindacale.
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