UBS impugna la sentenza del TAF sull’azzeramento delle obbligazioni AT1 di Credit Suisse
Contro la sentenza del Tribunale amministrativo federale che ha giudicato illegale l'azzeramento delle obbligazioni AT1 di Credit Suisse, UBS ha annunciato che presenterà ricorso.
UBS farà ricorso contro la sentenza del Tribunale amministrativo federale (TAF) che ha giudicato illegale la decisione dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) di azzerare il valore delle obbligazioni AT1 di Credit Suisse (CS), nell’ambito dell’acquisizione avviata nel 2023. Lo ha riferito lo stesso istituto in occasione della presentazione dei conti trimestrali.
In una decisione parziale comunicata il 14 ottobre il TAF aveva annullato il provvedimento dell’autorità di vigilanza finanziaria risalente a domenica 19 marzo 2023, che aveva tracciato una riga su obbligazioni per 16 miliardi di franchi, provocando un terremoto sui mercati. Chiamati in causa da un ricorso – il primo dei circa 360 presentati sul tema dagli investitori – i giudici hanno stabilito che l’ordine della FINMA non aveva base legale.
Come noto da parte loro i vigilantes finanziari bernesi hanno affermato di muoversi nel quadro dell’ordinanza di necessità del Consiglio federale. Di conseguenza anche loro non hanno accettato l’orientamento del TAF: il giorno successivo alla sua comunicazione hanno fatto sapere che chiamano in causa l’istanza di ricorso, il Tribunale federale (TF).
La stessa via viene ora scelta anche dalla società guidata da Sergio Ermotti. “UBS intende presentare ricorso al fine di garantire che la nostra posizione sui fatti rilevanti all’acquisizione sia presa in considerazione dal tribunale, nonché tutelare la credibilità degli strumenti AT1 per il ruolo chiave che svolgono nel percorso di risanamento e liquidazione delle banche”, si legge in una nota odierna.
“L’azzeramento degli strumenti AT1 di Credit Suisse era parte integrante dell’operazione di salvataggio”, argomenta il gruppo. UBS ritiene che la decisione della Finma sia stata legittima e conforme alle condizioni contrattuali degli strumenti AT1 e alle leggi vigenti. Il rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta ha concluso che CS sarebbe stato stato insolvente senza il pacchetto di salvataggio: da lunedì 20 marzo 2023 (l’indomani quindi dell’intervento di salvataggio) non avrebbe potuto continuare a operare normalmente.
Nella sua sentenza il TAF non ha ordinato rimedi, ricorda UBS: saranno valutati solo in un momento successivo e soltanto se il TF confermerà la decisione in appello.
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