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UBS, Sergio Ermotti ribadisce il “no” a requisiti patrimoniali più severi

sergo ermotti
Sergio Ermotti. Keystone-SDA

Il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti si è nuovamente espresso contro l'idea di richiedere alla banca una dotazione di capitale maggiore.

“Gli attuali requisiti patrimoniali sono buoni”, ha affermato in occasione di una conferenza organizzata ieri a Zurigo dal periodico Finanz und Wirtschaft (FuW).

UBS è stata in grado di salvare Credit Suisse (CS), ha argomentato il 64enne. Questo ha dimostrato la solidità patrimoniale dell’istituto e il fatto che la regolamentazione elvetica è sufficientemente valida, se attuata correttamente: così non è però stato per CS, che ha ottenuto deroghe da parte dell’autorità di vigilanza.

Secondo il manager ticinese una cosa del genere non deve ripetersi e l’attenzione deve essere rivolta alla qualità del capitale. Allo stesso tempo, la Svizzera vuole però anche una piazza finanziaria forte: i requisiti non devono quindi rendere impossibile la competitività di UBS.

Discussioni a livello politico

A livello politico si discute fra l’altro sull’eventualità di imporre alle banche di importanza sistemica di detenere un capitale proprio fino al 100% per le loro controllate estere, a fronte di circa il 60% attuale di UBS. L’idea è “assolutamente eccessiva”, ha sostenuto Ermotti. Non ha senso “dire che le nostre partecipazioni all’estero non hanno valore”.

Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Europa stanno andando tutti in una direzione diversa, ha proseguito il dirigente: forse non ci sarà un’enorme deregolamentazione, ma di certo non si andrà verso un aumento delle normative. Anche il momento non è ideale per stringere le viti, viste le prospettive macroeconomiche “non così rosee”.

Ermotti ha poi ribadito il suo attaccamento nei confronti della sede elvetica: la banca vuole avere successo a partire dalla Confederazione, ha detto in risposta a una domanda volta a sapere se requisiti di capitale più severi potrebbero spingere UBS all’estero. “Parte del nostro successo è la nostra Swissness, la nostra svizzeritudine”, ha chiosato. E riguardo al tracollo di CS e alla sua acquisizione da parte di UBS: “Abbiamo una grande opportunità di trasformare una tragedia in qualcosa di buono”.

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