UBS condannata in Francia per aver fatto pressione su due whistleblower
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UBS ha ricevuto lunedì a Parigi una multa di 75'000 euro - il massimo previsto - per aver molestato, attraverso la sua filiale francese, due informatori che avevano denunciato le pratiche illegali della banca in materia di evasione fiscale.
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Due whistleblower della filiale francese di UBS sono stati molestati dalla banca per aver denunciato pratiche illegali. Lunedì il Tribunale penale parigino ha condannato l’istituto di credito al pagamento di una multa di 75’000 euro. UBS Europe, che ha assorbito la succursale dell’Esagono del leader bancario elvetico nel 2023, è stata invece assolta dall’accusa di corruzione di testimoni e di intralcio al CHSCT, il Comitato per la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro.
Nel processo davanti al Tribunale penale di Parigi, svoltosi lo scorso dicembre, la procura aveva chiesto una multa di 225’000 euro per i tre reati nei confronti della filiale dell’istituto per aver esercitato tra il 2008 e il 2010 pressioni inappropriate su due dirigenti, poi diventati whistleblower. La difesa chiedeva invece l’assoluzione, negando qualsiasi addebito.
Per la procura, la direttrice del marketing Stéphanie Gibaud e il responsabile delle revisioni interne Nicolas Forissier avevano subito pressioni per censurare tra l’altro i verbali delle riunioni a cui avevano partecipato. Sarebbero inoltre state negate loro delle promozioni. I due sono stati infine licenziati.
La banca è stata ritenuta colpevole di “harcèlement moral”, cioè – in base al Codice penale francese – di molestie che peggiorano le condizioni di vita o di lavoro. Cadute invece come detto le accuse di intralcio al CHSCT, nel caso di Gibaud, e di corruzione di testimone in quello di Forissier. A quest’ultimo è però stato riconosciuto un risarcimento di 50’000 euro.
Una prima in Francia
Secondo l’avvocato di Forissier, William Bourdon, citato dall’agenzia AFP, è la prima volta in Francia che un whistleblower ottiene una condanna contro il suo ex datore di lavoro. Pur se l’importo della multa può sembrare “irrisorio”, ha aggiunto il legale, “siamo felici e orgogliosi di questa decisione”, che lancia anche “un forte messaggio ai futuri informatori”.
Con le loro affermazioni, gli ex manager avevano messo in moto l’indagine sulle pratiche di UBS in Francia, con le quali facoltosi clienti venivano aiutati a evadere il fisco. Su tale procedimento non è ancora stata messa la parola fine, dopo che la Corte di cassazione ha parzialmente accolto un ricorso della banca svizzera contro la condanna (in appello) al pagamento di 1,8 miliardi di euro.
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