Le ferrovie federali scommettono sulla puntualità
Le Ferrovie federali svizzere non sono mai state così sotto pressione. Tanti i problemi e tanti i disagi per gli utenti. La direzione per cominciare ritiene che al momento la priorità sia migliorare la puntualità.
Ritardi nella messa in servizio di nuovi treni, rallentamenti sulle tratte più trafficate e personale sotto pressione: le Ferrovie federali svizzere (FFS) stanno combattendo su più fronti. Ma la priorità resta la puntualità.
Le prime misure entreranno in vigore con l’introduzione del nuovo orario, nel mese di dicembre.
Si tratta di modifiche dell’ordine di minuti o addirittura di secondi – perché “non è possibile fare di più in tempi così brevi”, scrivono le FFS. Verrà introdotto ad esempio, in modo selettivo, il principio “first in, first out”. Ciò significa che in futuro partirà per primo il treno che è pronto prima. In questo modo si evita che il ritardo di un convoglio vada a sommarsi a quello del successivo.
Come seconda misura immediata, le FFS raccomanderanno ai passeggeri che viaggiano tra la Svizzera orientale e la regione del Mittelland (altopiano elvetico) e viceversa di cambiare treno all’aeroporto invece che alla stazione centrale di Zurigo. All’aeroporto, i treni delle corrispondenze si fermeranno sullo stesso binario.
Queste misure rappresentano una prima fase del programma a lungo termine “Puntualità dei clienti 2.0” lanciato alla fine del 2018. Benché sia migliorata costantemente negli ultimi anni e si situi ad alti livelli per gli standard europei, la puntualità, come ricordano le FFS, risulta “a volte è inadeguata sia a livello regionale che su singole rotte”.
Errori nella formazione dei macchinisti
I risultati del programma sulla puntualità hanno evidenziato che in determinati momenti e luoghi il sistema ferroviario dispone di riserve troppo esigue. Fra le cause vengono citati “errori commessi dalle FFS, ad esempio nella pianificazione della formazione e dell’impiego del personale di locomotiva”. È per questo motivo che nei giorni di punta non ci sono macchinisti a sufficienza e gli addetti alla distribuzione sono sotto pressione.
Altri problemi dal punto di vista operativo sono legati ai “ritardi di diversi anni” nella consegna dei nuovi treni bipiano per il traffico a lunga percorrenza, ed anche all’aumento dei cantieri legato alle risorse aggiuntive del Fondo per l’infrastruttura ferroviaria.
Nei prossimi anni – scrivono le FFS – sarà ancora difficile assicurare la stabilità dell’esercizio: l’offerta, traffico supplementare incluso, sarà infatti ulteriormente ampliata. Inoltre, i macchinisti che sono attualmente in formazione diventeranno operativi soltanto verso la fine del 2020.
Il servizio sul tema del telegiornale della Svizzera.
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