Troppe opposizioni e ricorsi in Svizzera frenano l’edilizia
Mancano alloggi? La colpa è sopratutto dei ricorsi.
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Se in Svizzera non vengono costruite nuove abitazioni oppure la loro edificazione viene ritardata, ciò è da attribuire in primo luogo al numero di opposizioni e ricorsi contro i progetti. A farne le spese spesso sono coloro alla ricerca di un alloggio.
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Uno studio commissionato dagli Uffici federali dello sviluppo territoriale (ARE) e delle abitazioni (UFAB), pubblicato martedì rivela che la carenza di alloggi in Svizzera è da ricondurre sopratutto al fatto che le nuove costruzioni sono spesso oggetto di ricorsi. Tra le varie misure, gli autori dell’indagine propongono ad esempio a Confederazione, Cantoni e Comuni di limitare la cerchia delle persone legittimate a presentare un’opposizione o un ricorso e di snellire le procedure.
Il 60% delle opposizioni e il 61% dei ricorsi costituiscono un grosso ostacolo alla realizzazione dei progetti di edilizia abitativa, sostengono l’ARE e l’UFAB. Per il 37% delle persone intervistate le prescrizioni in materia di pianificazione territoriale rappresentano uno scoglio importante da superare.
Il servizio del TG 12.30 della RSI del 1. luglio 2025:
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Le preoccupazioni maggiori sono date dalle cosiddette opposizioni abusive, che vengono sfruttate per bloccare i progetti o addirittura impiegate come atto di coazione o di ricatto contro i committenti. Secondo lo studio esterno vi è un ampio consenso tra gli esperti intervistati sul fatto che i processi di pianificazione e di autorizzazione possano essere svolti in modo più rapido ed efficiente e che gli stessi processi debbano essere meglio protetti da ricorsi abusivi od opportunistici. A tutt’oggi è troppo facile impedire o ritardare un progetto di edilizia abitativa tramite un rimedio giuridico, spiegano gli Uffici federali.
La situazione attuale si ripercuote anche su chi è alla ricerca di un alloggio, precisano. L’80% dei committenti interpellati infatti ha dichiarato che questo freno all’edilizia implica ritardi per la messa sul mercato delle abitazioni. Il 71% ha inoltre affermato che gli alloggi diventeranno così pure più costosi.
Secondo gli autori dell’inchiesta, in futuro non bisognerebbe più legittimare a inoltrare un ricorso tutti coloro che vivono in un determinato perimetro rispetto al progetto edilizio, bensì unicamente coloro che sono direttamente e particolarmente interessati dal progetto di costruzione. Tra le proposte avanzate anche quella di ridurre le istanze di ricorso e di migliorare il coordinamento tra le autorità preposte al rilascio di un’autorizzazione edilizia.
Nell’ambito dello studio sono state intervistate circa 440 persone tra cui committenti, responsabili dello sviluppo, architetti nonché giuristi presso studi legali, Amministrazione pubblica, scuole universitarie e tribunali.
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