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Sostegno a IS, due condanne a 30 e 53 mesi

sede del tribunale federale a bellinzona
Keystone-SDA

Per sostegno all'IS e altri reati, il Tribunale penale federale ha condannato a pene detentive un 37enne kosovaro e un 34enne svizzero-macedone, scagionandoli però dall'accusa di appartenere al gruppo terroristico "Fratelli di Viti".

Il Tribunale penale federale (TPF) ha emesso lunedì due condanne per sostegno al sedicente Stato Islamico (IS) contro un 37enne kosovaro e un 34enne svizzero-macedone. I due sono stati scagionati dall’accusa di far parte dell’organizzazione terroristica “Fratelli di Viti”. Il primo dei due condannati si è visto comminare una pena detentiva di 30 mesi, di cui 15 con la condizionale, una pena pecuniaria di 120 aliquote giornaliere di 30 franchi sospese e l’espulsione dal territorio svizzero per cinque anni.

Il secondo ha invece ricevuto una pena detentiva di 53 mesi e una pena pecuniaria di 15 aliquote giornaliere da 30 franchi, sospese. Non può però venire espulso, visto che ha anche il passaporto svizzero.

L’incarcerazione preventiva di 1’181 giorni dei due è stata dedotta dalle pene. Ciò significa che il kosovaro è rimasto dietro le sbarre per 149 giorni di troppo e ha quindi diritto a un indennizzo di 13’410 franchi da parte della Confederazione, quale riparazione del torto morale subito. La sentenza non è ancora definitiva e può essere impugnata presso la Corte d’appello del TPF.

I due sono stati riconosciuti colpevoli di sostegno a un’organizzazione terroristica, l’Isis e, nel caso dello svizzero-macedone, il gruppo armato jihadista salafita “Jabhat al-Nusra”, attivo in Siria e Libano.

I due sono anche stati giudicati rei del tentativo di corruzione di un magistrato kosovaro, di favoreggiamento e di numerosi reati patrimoniali, tra cui truffa, riciclaggio di denaro e falso in documenti.

Non ci fu partecipazione a gruppo terroristico

I giudici di Bellinzona hanno invece scagionato i due islamisti dell’accusa di partecipazione a un’organizzazione terroristica, “Fratelli di Ginevra”, costola elvetica dei “Fratelli di Viti”, che secondo il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) volevano prendere il controllo di una regione del Kosovo orientale per instaurarvi la Sharia. È sì stato riconosciuto il contributo economico dei due all’organizzazione, ma non si è potuto stabilire che il suo scopo principale fosse quello di compiere atti di violenza o terroristici, né che vi fosse in qualche modo implicata.

Il ministero pubblico aveva chiesto delle pene di nove anni (e quindici di espulsione dal Paese) e 180 aliquote giornaliere per il kosovaro e di nove anni e mezzo e 40 aliquote giornaliere per lo svizzero-macedone.

La difesa propugnava invece un massimo di 15 mesi e una pena pecuniaria di 100 aliquote giornaliere, entrambe sospese e senza espulsione per il 37enne e 24 mesi con la condizionale, oppure di 36 mesi parzialmente sospesi per il 34enne.

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