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Torna la “munizione da tasca” per i militari

munizioni di vario calibro
In passato era prassi per i soldati tornare a casa con le munizioni. Keystone / Peter Klaunzer

La commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati ha approvato una mozione per restituire ai soldati le munizioni da portare a casa, giudicando la misura necessaria per la prontezza dell'esercito data la mutata situazione internazionale e non pericolosa per la sicurezza interna.

Per garantire una maggiore prontezza dell’esercito alla luce della situazione internazionale, ai soldati andrebbe consegnata la cosiddetta “munizione da tasca” quando rientrano a casa, come era d’uso in passato.

È quanto pensa la commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) che, per 7 voti a 5, ha accolto una mozione in tal senso del “senatore” bernese Werner Salzmann. Per la maggioranza, non sussiste il rischio di un aumento di omicidi e suicidi.

Secondo la maggioranza della commissione, precisa una nota dei servizi parlamentari, è ormai tempo di tornare sulla decisione del 2007, con cui il Consiglio federale aveva deciso il ritiro della munizione da tasca promettendo nel contempo di riesaminare la situazione in caso di modifica delle circostanze.

Sicurezza, cambiate le circostanze

A giudizio della maggioranza, le circostanze si sono sostanzialmente modificate per quanto riguarda la sicurezza e quindi occorre sensibilizzare l’opinione pubblica al riguardo. La consegna della munizione da tasca ai militari rafforzerebbe la sicurezza di questi ultimi in caso di mobilitazione e più in generale la capacità di difesa dell’esercito.

È inoltre importante organizzare ora tale distribuzione, giacché non si tratta di un compito che può essere improvvisato a fronte di un’urgenza. La consegna costituisce inoltre un attestato di fiducia nei confronti dei militari, pronti all’occorrenza a difendere il Paese, e segnalerebbe in modo chiaro la volontà della Svizzera di difendersi.

A giudizio della CPS-S, “la distribuzione della munizione da tasca non avrà alcun impatto sul numero di omicidi e suicidi commessi con l’arma d’ordinanza”.

Nessun rischio imminente per la sicurezza

La minoranza pensa invece che la situazione internazionale costituisca certamente un rischio per la sicurezza, ma non così imminente da dovere conservare la munizione a domicilio. In caso di mobilitazione, la munizione sarebbe distribuita nel luogo di entrata in servizio.

Avere un’arma e le munizioni a portata di mano accrescerebbe inoltre, stando alla minoranza, il rischio che questa venga utilizzata sull’onda di un’emozione.

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